Quando i bambini profughi erano quelli di Cassino, in 4mila accolti in Nord Italia dopo la guerra

Quando i bambini profughi erano quelli di Cassino, in 4mila accolti in Nord Italia dopo la guerra
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Domenica 10 Aprile 2022, 21:44 - Ultimo aggiornamento: 21:45

Accadde 78 anni fa, accade ancora oggi. Un centinaio minori ucraini, insieme ai loro familiari, sono arrivati a Cassino ed ospitati da famiglie, comune ed altre associazioni umanitarie mentre la Banca Popolare del Cassinate ha organizzato una scuola d'italiano per tutti con docenti volontari. Questa solidarietà richiama quella del dopoguerra da parte di tanti comuni italiani a favore dei bambini di Cassino. In una delle sale del museo Cittadella degli archivi di Milano campeggia un manifesto del 1946 che riguarda gli aiuti ai bambini di Cassino rimasti orfani a causa della seconda guerra mondiale. Questo il testo sulla foto di un bambino spaventato: «Milanesi, dalla terra devastata di Cassino, ridotta dalla guerra a uno squallido cimitero di rovine, si leva un grido di dolore che riempie di sgomento ogni essere umano. È la voce di dolore di una popolazione che nel cuore d'Italia sta aspettando la morte, la' dove ogni cratere scavato dalle bombe, si è trasformato in acquitrino infestato dalla malaria».


Furono circa 4 mila i bambini, orfani o con un solo genitore rimasti senza casa, senza lavoro e senza soldi, trasferiti temporaneamente presso famiglie ospitali. Dal 1946, non appena ripristinata la stazione e i binari, cominciarono a partire da Cassino i treni della speranza e della felicità diretti al nord Italia. I bambini del sud d'Italia, attraversata dalla guerra, morivano di fame e di malaria. E il Governo mandò l'esponente dell'Udi, Maria Maddalena Rossi, eletta poi deputata del Pci, a coordinare a Cassino i viaggi. Secondo quanto riporta lo storico locale Franco Di Giorgio nel suo libro sui bambini di Cassino circa 200 furono ospitati a Pavia, 15 a Imperia, 300 a Parma, 350 a Mantova, 100 a Cervia, 50 a Somma Lombarda di Varese. E centinaia a Milano e in altri comuni. Molti rimasero presso queste famiglie. Ed uno di loro anni fa è diventato sindaco di un comune del Veneto. A coadiuvare l'opera di Maria Maddalena Rossi (due anni fa il comune di Cassino le ha intitolato l'asilo comunale oltre al conferimento della cittadinanza onoraria) fu nominato un comitato locale diretto da Tullio Pietrobuono di Frosinone sotto la presidenza del sindaco l'avvocato Gaetano Di Biasio.

Un manifesto annunciava: «Salviamo l'infanzia del Cassinate» e la data di partenza del primo treno, 16 febbraio 1946 con il primo scaglione di 655 bambini presso famiglie del nord che si erano offerte di accoglierli. Ad accompagnarli donne volontarie, crocerossine ed assistenti sociali. E non mancavano le scene di dolore per il distacco tra mamme e figli. Quel manifesto riportava l'appello: «Madri del cassinate. Le madri del nord aspettano con ansia i vostri bambini per salvarli dalla fame e dalla malaria».
 

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