Proteste e tensioni allo stadio di Ceccano, le forze dell'ordine evitano lo scontro tra tifoserie

Foto gentilmente concessa da Valerio Caprino
di Marzo Barzelli
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Lunedì 7 Marzo 2022, 09:43

Infuocata contestazione al presidente del Ceccano calcio, pesanti sfottò tra le tifoserie e un potenziale tafferuglio sedato dalle forze dell'ordine. Tutto questo durante la partita tra Ceccano 1920 e Roccasecca Terra di San Tommaso, valevole ieri mattina per la tredicesima giornata del campionato di Promozione. Digos, carabinieri e polizia municipale hanno evitato che vari sostenitori di casa e ospiti entrassero in contatto al di fuori dello stadio comunale Dante Popolla.

Ad accendere gli animi qualche parola di troppo, tanto da spingere alcuni trasfertisti a scavalcare il muro dei distinti sud per scendere in strada e dirigersi verso il vicino ponticello di via Martiri delle Foibe. È lì che si erano piazzati gli ultras locali, disertando l'opposta e abituale curva nord in segno di protesta contro il presidente della squadra rossoblù Gianluca Masi. A evitare che la situazione degenerasse il cordone del servizio d'ordine. Alle 12.30, verso la fine del match e in piena domenica ecologica, è stato poi sospeso il blocco del traffico nel circondario per non far transitare le auto in zona come avrebbero dovuto.

Le contestazioni degli ultras contro il presidente 

Gli ultras locali, nell'occasione, hanno messo in atto la preannunciata protesta contro il presidente Masi. Al loro striscione, «Presidente cantastorie, uomo senza onore», si è contrapposto quello mostrato a centrocampo e solidale con il patron: «C'è solo un presidente, Gianluca siamo tutti con te». Innumerevoli però i cori contro il patron, finito nel mirino dei tifosi abituali dopo la sua decisione di spostare le partite della domenica dalle 15 alle 11.

Il presidente Masi, dettosi minacciato telefonicamente, l'ha motivata dicendo che la variazione eviterà ad alcuni giocatori di saltare gare per motivi lavorativi.

La disputa sul cambio dell'orario è scoppiata qualche giorno fa quando il presidente Masi ha reso noto di essere stato minacciato telefonicamente e invitato a tornare su suoi passi: «Qualcuno che mi ha contattato sul telefono personale, oltre ad offendermi con epiteti ancora registrati nei messaggi inviati, ha detto con toni assolutamente poco gradevoli al sottoscritto di spostare le partite alle ore 15 minacciando, se non lo avessi fatto, di impedire alla squadra di scendere in campo così da far prendere alla società 6-7 mila euro di multa».

Ma i suppoters hanno replicato negando ogni forma di intimidazione da parte loro bensì contestazioni senza alcuna minaccia ma all'insegna dello stile ultras.

Chiesti chiarimenti sull'azionariato popolare

Oltre all'orario sgradito, però, non gli si perdona di non aver sentito il parere della tifoseria. Gli ultras vogliono anche e soprattutto che si faccia chiarezza sulla destinazione dei fondi sinora ricavati con il progetto di azionariato popolare. Dieci mesi fa, sostenuta dall'amministrazione comunale, è difatti partita la sottoscrizione di tessere a pagamento per diventare soci fondatori (almeno 5 mila euro) o sostenitori (da 20 a mille euro) di una Società a responsabilità limitata: la Srl Rossoblù 1920.
 

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