Willy, la rabbia dei Bianchi: «Perché a Pincarelli solo 21 anni?». Lui e Belleggia ora temono vendette in carcere

Da sinistra Francesco Belleggia, Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Marco Bianchi
di Pierfederico Pernarella
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Sabato 9 Luglio 2022, 10:46 - Ultimo aggiornamento: 20:22

«Perché a te hanno dato solo 21 anni, perché?». Le urla che si sono sentite arrivare dalla camera di sicurezza dell'aula di Corte di d'Assise di Frosinone, dopo la lettura della sentenza sull'omicidio di Willy Monteiro Duarte, erano rivolte a lui, a Mario Pincarelli, "colpevole" secondo i fratelli Gabriele e Marco Bianchi di essersi beccato soltanto 21 anni di carcere. Stando a quanto a riferisce all'agenzia Nova il legale di Pincarelli, l'avvocato Loredana Mazzenga, i fratelli di Artena hanno rimproverato al suo assistito di non essersi preso le sue responsabilità. 

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«Un'assurdità -  dice all'agenzia Nova l’avvocato Mazzenga - In nessun momento della sua difesa il mio assistito ha mai accusato nessuno dei due fratelli di Artena».

Per i Bianchi, però, non è stato così. Per questo, dopo averla condanna all'ergastolo, è scoppiata la loro rabbia, mentre all'esterno dell'aula i parenti e gli amici si stringevano l'un l'altro in un pianto liberatorio. Ad aggredire verbalmente Pincarelli sarebbe stato Gabriele Bianchi, poi si è sentito un trambusto come se fosse stato lanciato qualcosa. Gli agenti della polizia penitenziaria hanno fatto in tempo ad evitare ogni contatto.

A quel punto, vista la tensione nella camera di sicurezza, è stato di far uscire Francesco Belleggia, l'unico dei quattro imputati che ha ottenuto i domiciliari, dall'ingresso principale dell'aula e attraverso i corridoi del tribunale, scortato dalla penitenziaria. Ora per lui, dopo la condanna a 23 anni, potrebbero aprirsi le porte del carcere, dove, teme lo stesso Belleggia, i Bianchi potrebbero in qualche modo vendicarsi. Secondo il suo legale, l'avvocato Vito Perugini, «spedirlo in carcere a questo punto vorrebbe dire condannarlo a morte». 

Nel corso del processo i fratelli Bianchi hanno puntato a scaricare tutte le responsabilità su Belleggia, definito «l'infame» perché aveva collaborato con carabinieri e autorità giudiziaria. Era stato lui, secondo la loro ricostruzione, a innescare la rissa e poi a metterli in mezzo. E "il marchio dell'infamia", secondo il suo legale, potrebbero metterlo a rischio in carcere. 

Una strategia, quello dello scaricabarile, che non ha pagato, dal momento che per lui tutti gli imputati, sia pure a livelli diversi, sono stati ritenuti colpevoli dell'omicidio volontario di Willy. L'avvocato di Pincarelli, come il resto del pool difensivo, ora puntano sull'Appello: «Nel processo  - dichiara l'avvocato Mazzenza all'agenzia Nova - è apparso chiaro che tra i quattro, Pincarelli ha avuto un ruolo marginale e totalmente diverso. Inoltre è anche l’unico che ha mostrato segni di ravvedimento scrivendo, dal carcere, lettere di vicinanza alla famiglia. Forse per questo è stato condannato alla pena minore». 

Data l’acredine dei Bianchi nei confronti di Pincarelli, potrebbe esserci anche un altro problema. Adesso è in carcere a Regina Coeli, ma dopo la sentenza potrebbe essere trasferito a Velletri oppure a Rebibbia. «Ma a Rebibbia c’è Gabriele Bianchi», ricorda l'avvocato Mazzenga.

E questa sera, a partire dalle 23:15, il processo sull'omicidio di Willy verrà trasmesso su Rai Tre dalla trasmissione "Un giorno in Pretura" che ha ripreso tutte le udienze: "Arrivano i Bianchi", è il titolo speciale della puntata che, con il consueto stile del programma, darà modo di farsi un'idea di come e perché gli imputati sono stati ritenuti responsabili dell'omicidio del 21enne di Paliano. 

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