Prende le ferie e va in Africa a curare i bambini, la storia di Vanessa Bove

Prende le ferie e va in Africa a curare i bambini, la storia di Vanessa Bove
di Vincenzo Caramadre
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Venerdì 11 Novembre 2022, 15:16 - Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 16:50

Una storia di passione per il proprio lavoro e amore sconfinato per il prossimo, quella che lega Vanessa Bove di Arpino con le popolazioni povere e bisognose della Repubblica del Togo, nell'Africa occidentale, dove dal 2016 svolge la propria assistenza sanitaria come volontaria. Infermiera dal 2011 (tre master all'attivo e un quarto in arrivo in rianimazione pediatrica) sottufficiale dell'Esercito a tempo all'80esimo Rav di Cassino, arruolata per l'emergenza Covid, Trascorre le sue ferie tra i bambini e i villaggi degradati in missione umanitaria.
«Sin da piccola - racconta - ho sempre sognato di poter partire e dare aiuto a chi soffre, il mio esempio è stato Madre Teresa di Calcutta, le sue immagini tra i bambini mi hanno segnata profondamente. Un valore, quello del volontariato, che ho sempre avuto dentro, poi crescendo ho valorizzato e a realizzare. Come ogni cosa c'è il momento, la prima partenza è arrivata nel 2016».

Ma prima c'è stato un evento che le ha fatto toccare da vicino la povertà. Racconta Vanessa: «Nel 2015 ero in vacanza in Kenya, ero in un villaggio e chiesi di poter uscire. Non potrò mai dimenticare quelle immagini di estrema povertà e sofferenza. Terminata la vacanza mi sono attivata per la prima missione umanitaria in Togo, dove dal 2016, ogni anno, trascorro le mie ferie tra i bambini e gli anziani. Lavoro nel mio periodo di ferie, non mi pesa. L'ultimo missioni è stata nel 2019, poi la pandemia ha bloccato le missioni umanitarie, mi manca tantissimo la mia terra, la chiamo così perché è una terra alla quale devo molto. Nel 2018 la mia seconda missione mi ha fatto capire molto sui veri valori della vita, come solidarietà e la vicinanza a chi soffre, che purtroppo oggi a causa della vita frenetica ci sfuggono. Appena potrò ripartire lo farò volentieri. Svolgo la mia professione d'infermiera, ma in Togo ho fatto di tutto: dal muratore fino all'assistente al dentista sanitario. Sono un sanitario on the road, con attività ambulatoriale dal nord a sud del Togo. Ci fermiamo, assieme ai medici, nei villaggi dove c'è povertà per fornire assistenza e per distribuire farmaci. Lì non ci sono soldi nemmeno per comprare una tachipirina per una semplice febbre. La sanità è totalmente a pagamento. Nell'ultima missione ho prestato servizio in sala operatoria assieme dove ho avuto una brutta esperienza per la morte di un bimbo di 3 mesi. Amo profondamente la mia professione - conclude -, ho conseguito diversi master, ma la mia attuale occupazione, a tempo, è come infermiera nell'Esercito. Non svolgo volontariato solo in missione umanitaria, aiuto chiunque anche sul nostro territorio ha bisogno di assistenza soprattutto con se malati Sla, loro sono una forza della natura».
 

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