Perdono casa all'asta, famiglia rischia di restare in strada: la storia di Paolo, Carolina e i loro due figli

Perdono casa all'asta, famiglia rischia di restare in strada: la storia di Paolo, Carolina e i loro due figli
di Pierfederico Pernarella
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Giovedì 19 Gennaio 2023, 08:01 - Ultimo aggiornamento: 15:54

Avevano avviato un'attività commerciale in pieno centro a Frosinone, un bar-ristorante. All'inizio le cose sembravano andare bene, poi gli affari sono calati e la situazione ad un certo punto è precipitata. I debiti con l'Erario e quelli con i fornitori li hanno inghiottiti. Nel giro di pochi anni hanno perso tutto. La loro casa è stata pignorata e nel novembre scorso è stata venduta all'asta giudiziaria. Entro il prossimo 20 gennaio dovranno liberarla per consentire l'ingresso dei nuovi proprietari.
 

Carolina e Paolo, lei 53 anni e lui 60, non sanno chi siano diventati i padroni della loro ex casa, un pezzo di storia della famiglia finita al migliore offerente. In questi giorni stanno portando via i mobili. Questi almeno gli sono rimasti. Li stanno sistemando dove possono. Anche loro, per il momento, hanno trovato una sistemazione di fortuna, ma è provvisoria. «Io e mio marito - racconta la signora Carolina - siamo stati ospitati da alcuni amici, i nostri figli da altri. Ma si tratta di una soluzione temporanea che non può durare a lungo. Il tempo stringe e non sappiamo come fare».
Carolina non lavora, il marito Paolo quando può sbarca il lunario come giardiniere, la figlia di 24 anni prende il reddito di cittadinanza ed è in cerca di una occupazione.

L'altro figlio, di 18 anni, ha la 104 a causa di un lieve ritardo mentale. Per tenersi a galla, avrebbero bisogno di un alloggio.

Ma senza un contratto di lavoro e la possibilità di depositare la caparra, trovare una casa in affitto è quasi impossibile. Carolina ha fatto anche domanda per una casa popolare. L'altro giorno lei e il marito sono andati negli uffici dell'Ater: «Davanti a voi - gli hanno detto - ci sono 311 famiglie». Alloggi per loro non ci sono, compresi quelli occupati abusivamente che non si riesce a liberare. Ma questa è un'altra storia. La loro, per ora, sembra finita in un vicolo cieco. Anche in Comune hanno trovato le porte sbarrate. «Non sappiamo come aiutarvi», è stata in sintesi la risposta.

Un dramma nel dramma, perché chi si trova in difficoltà, e può succedere a tanti, finisce per ritrovarsi solo, magari costretto a dormire in auto. «Non vorremmo arrivare a questo punto - dice Carolina - Siamo persone perbene che stanno vivendo un momento difficile e vorremmo avere la possibilità di continuare a vivere in maniera dignitosa, restando uniti come famiglia».

UNA PIAGA DIFFUSA

Storie come quella di Carolina e Paolo e dei loro due figli sono purtroppo diventate sempre più comuni. Marco Toti, direttore della Caritas diocesana, commentando la crescita delle persone bisognose di aiuto nel corso del bilancio di fine anno, era stato fin troppo chiaro: «La povertà è una piaga diffusa che tende ad espandersi. Dobbiamo avere attenzione sul singolo, sulla famiglia: padri, madri, bambini e anziani. Lo stimolo, a ogni persona che può, è di farsi prossima, vicina, per dire alle istituzioni che non sono numeri buttati lì ogni tanto durante l'anno ma è una realtà che c'è tutti i giorni. Devono avere come priorità le famiglie povere».
 

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