Treni per Roma sempre stracolmi, pendolari invitati a scendere e scoppia il caos

Treni per Roma sempre stracolmi, pendolari invitati a scendere e scoppia il caos
di Alberto Simone
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Martedì 8 Marzo 2022, 09:51 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 15:19

Treno bloccato per sovraffollamento. Momenti di tensione all'alba di ieri sulla tratta Cassino-Roma, viaggio d'inferno per i pendolari della provincia di Frosinone. Il convoglio in questione è il regionale 12592, il primo a partire la mattina dalla Città Martire alla volta della Capitale. In tanti alle 5 in punto salgono sul treno nella stazione all'ombra dell'Abbazia per giungere a Termini alle 6.59, in tempo utile per recarsi a lavoro. Numerosi i pendolari ciociari che si aggiungono nel corso delle varie tappe: una delle stazioni è quella del Capoluogo e proprio a Frosinone il treno si riempie viaggiatori. Ieri mattina, quando è giunto a Ciampino ed era strapieno, il personale di Trenitalia ha invitato a svuotare un po' i vagoni chiedendo ai pendolari di scendere aspettando in quella stazione il treno successivo per arrivare a Termini.

Le tensioni alla stazione di Ciampino

Tali richieste non sono state però recepite favorevolmente dalle persone a bordo, già esausti per le difficili condizioni del viaggio, e ci sono stati attimi di tensione.

Sono volate parole grosse tra alcuni pendolari e il personale in servizio sul treno, fino a quasi sfiorare lo scontro fisico.

«Io devo andare a timbrare il cartellino, non è possibile che mi alzo di notte nonostante i sacrifici devo arrivare spesse volte tardi al lavoro e giustificarmi per i vostri ritardi, fate ripartire questo treno» ha urlato un pendolare della Ciociaria all'indirizzo del capotreno quando il convoglio era fermo a Ciampino e non riprendeva la corsa.

La lunga sosta ha inferocito altri viaggiatori. Nessuno aveva intenzione di scendere, per questo motivo gli animi si sono scaldati. In pochissimi hanno accolto l'appello a lasciare le carrozze, pertanto, seppur stretti come sardine, i pendolari ciociari hanno poi raggiunto la meta. Il treno è arrivato però nella Capitale con circa mezz'ora di ritardo: doveva essere nella stazione di Termini alle 6.59 ma solo alle 7.30 si sono aperte le porte dei vagoni. Molteplici i disagi che ne sono conseguiti: chi ha perso le coincidenze con altri treni, lavoratori che sono arrivati in ritardo in ufficio e insegnanti che non sono riusciti ad essere presenti a scuola in orario.

«Vagoni pieni nonostante il Covid, altro che distanziamento»

Una vera e propria odissea quella dei pendolari ciociari della tratta Roma-Cassino: i disagi di ieri non sono infatti nuovi. Da anni i passeggeri devono fare i conti con le criticità dovute sia ai ritardi dei treni che al sovraffollamento, per non parlare delle precarie condizioni igieniche dei vagoni e del fatto che, come accaduto ieri, si viaggia al freddo.

«Nonostante il Covid - lamentano alcuni pendolari - le condizioni sono terribili: il sovraffollamento c'è sempre, ogni giorno è la stessa storia ma è impossibile andare avanti così e viaggiare in questo modo. Già pre Covid' lamentavamo queste criticità, ora, invece di migliorare, la situazione è peggiorata. Il treno dovrebbe viaggiare con una capienza dell'80% ma non è mai così. Tutti i posti sono sempre occupati e ci sono sempre persone in piedi».
Questo anche perché non sono molti i treni che partono di prima mattina e garantiscono ai pendolari della Ciociaria di essere a Roma in tempo utile per andare a lavorare, l'accalcamento su un unico treno è pertanto inevitabile.

«Si cerchi una soluzione definitiva - chiedono esausti i pendolari della provincia di Frosinone - anche perché in queste condizioni non c'è sicurezza alcuna di mantenere le distanze per evitare i contagi, si soffoca con il treno strapieno e la mascherina».

Infine, una stoccata indirizzata anche al mondo politico: «Piuttosto che inaugurare il Frecciarossa a Cassino e a Frosinone, utilizzato da pochissime persone per andare a Roma, si potrebbe rafforzare l'offerta dei treni regionali. Serve una soluzione definitiva, perché così non è possibile più andare avanti».
 

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