Pd, campagna elettorale al veleno dopo il caso Ruberti-De Angelis

L'incontro del 18 maggio a Patrica, tra i motivi di scontro tra Ruberti e il Pd ciociaro
di Giovanni Del Giaccio
3 Minuti di Lettura
Domenica 28 Agosto 2022, 10:46

Già era difficile, adesso ancora di più. Motivo? Il tormentone della lite al ristorante, dopo il comizio di Enrico Letta, due mesi fa, agita il Pd di Frosinone e provincia. Ci sono questioni interne, beghe con i vertici romani, che sono riemerse prepotentemente e nessuno alla federazione provinciale nutre dubbi: è fuoco amico quello che ha fatto circolare il video, le urla tra Ruberti e il sindaco di Giuliano di Roma, Adriano Lampazzi, le frasi shock «devono chiedere scusa o li ammazzo» rivolte a Francesco De Angelis e al fratello Vladimiro.
Se era una partita non facile quella delle elezioni politiche - che quella sera non erano ancora nemmeno ipotizzate - si è ulteriormente complicata.

Video

GLI SVILUPPI

Lo scontro interno, adesso è lampante, era già nato sulle candidature alle regionali del 2023.

Quella per il presidente, con De Angelis e il consigliere regionale Mauro Buschini a sostenere Daniele Leodori alle primarie per il dopo Zingaretti, e quella per gli aspiranti consiglieri. Nel 2018 il ticket vincente è stato Buschini-Battisti, ma proprio Ruberti avrebbe chiesto un passo indietro al primo - uscito indenne dalla vicenda Allumiere che gli era costata la presidenza del Consiglio regionale - per garantire il successo della compagna. Per questo non era stato visto di buon occhio l'invito a Daniele Leodori a Patrica, il 18 maggio, mentre a Roma si lavorava per una candidatura di Enrico Gasbarra senza passare per le primarie. Per questo non è piaciuta neanche la presenza all'Eur, l'8 giugno, quando Leodori ha annunciato il suo impegno diretto. Qualcosa si è rotto e le frasi di Ruberti rivolte alla Battisti la sera della famosa cena alla Taverna di Frosinone («se stai con loro non stai con me») la dicono lunga sul clima di velemi che si respira. Eppure Francesco De Angelis era riuscito a farsi candidare alla Camera, il partito lo aveva indicato per Frosinone ma lo avevano dirottato su Roma, al terzo posto. Eleggibile, ma anche no. Una punizione? Con il senno di poi sì. «Tre minuti dopo aver firmato la candidatura ho visto il video, ho capito che era una trappola» - ha commentato De Angelis. In questo momento, quindi, la sua posizione di potere è affievolita, si parla di toglierli anche la poltrona di presidente del Consorzio industriale del Lazio che è di nomina regionale. Nel frattempo sono uscite le chat di quella sera, si era davvero iniziato parlando di Roma e Lazio ma poi si è degenerato. «Non mi metto a mandare in giro certe cose - aggiunge De Angelis - in questa storia sono stato tirato dentro per forza, ho rinunciato a candidarmi per il bene del partito, ma è ora di finirla. Sono molto amareggiato»

I PROBLEMI

A questo punto è difficile condurre una campagna elettorale, con Salvini ad esempio che è già venuto da queste parti, senza tener conto dei veleni degli ultimi giorni. Il partito ci proverà, ma fra tattiche e strategie e con un occhio all'appuntamento per le regionali che saranno immediatamente dopo le politiche, dato che Zingaretti dovrà lasciare la presidenza una volta eletto alla Camera. Qui l'incognita è Buschini, il quale dovrà scegliere se andare da solo sganciandosi dal suo mentore politico De Angelis, oltre a confermare o meno il ticket con la Battisti. In questo clima, i big del partito - a cominciare proprio da Letta - sceglieranno di fare campagna a Frosinone sapendo quanto accaduto o eviteranno? Era già difficile, ma adesso...
Giovanni Del Giaccio
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA