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«I testi proclamati nella Liturgia - ha sottolineato il parroco - offrono l’immagine della vita come miracolo fra le asprezze. Le domande che ha rivolto all’assemblea di fedeli presenti: dove si fonda la nostra speranza? Dove vogliamo piantare le nostre radici ? In noi stessi? Andando così ad inaridire il cuore “come un tamarisco nella steppa».
Oppure in Dio? Mettendo le radici vicino ad un corso d’acqua come un albero che non smetterà di portare frutto. La nostra felicità o infelicità dipende da questa scelta.
«Chiudiamo gli occhi, rallentiamo i ritmi, cerchiamo di ascoltare la parola di Dio e il nostro cuore, spesso soffocato dal ritmo frenetico della vita quotidiana. Bisogna tornare alle piccole cose, a quelle semplici, come i fiori tra l’asfalto. La vita – ha affermato ancora il parroco - è “il fiore tra l’asfalto”: resiste alla durezza del manto stradale e vi spacca feritoie, germogliando sulla superficie. Così, le ferite della nostra vita sono inaspettatamente trasformate da essa in occasioni di crescita, di dono di vita».
A conclusione delle celebrazione don Giovanni ha fatto ascoltare e consegnato a tutta la comunità parrocchiale il successo di Cristicchi “Abbi cura di te”, una canzone dal significato profondo, «perché delle volte - ha concluso - ci sono delle musiche che parlano di Dio senza nominarlo».
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