Parà morto in caserma: indagini
anche a Castro dei Volsci

Parà morto in caserma: indagini anche a Castro dei Volsci
3 Minuti di Lettura
Martedì 20 Novembre 2018, 19:55
L’inchiesta sulla morte di Emanuele Scieri, il paracadutista siracusano deceduto misteriosamente 18 anni fa all’interno della caserma “Gamerra” a Pisa, ha coinvolto anche la Ciociaria. La procura toscana, un anno fa, grazie alla commissione d’inchiesta parlamentare invocata dalla famiglia (che ha sempre sostenuto che Emanuele fosse morto a causa di un episodio di “nonnismo”) ha riaperto il caso. 
Ebbene, tra gli indagati per omicidio volontario, in concorso, figura Luigi Zabara un 40enne nato in Belgio che da qualche anno vive con la sua compagna in un appartamento del centro storico di Castro dei Volsci e che, nell’agosto del 1999, prestava servizio militare nella stessa caserma dove è avvenuta la tragedia. 
Zabara, che lavora come montatore di film a Cinecittà, nella capitale, è ormai diventato un ciociaro d’adozione.
Tornando all’inchiesta, qualche settimana fa la squadra Mobile di Firenze, che sta portando avanti le indagini, unitamente ai colleghi della questura di Frosinone, ha effettuato una perquisizione domiciliare proprio nell’abitazione di Castro dei Volsci. Da alcune indiscrezioni raccolte sembra che i poliziotti abbiano trovato, oltre ad un paio di anfibi che l’indagato indossava all’epoca dei fatti e che aveva conservato con molta cura, anche delle foto risalenti a quel periodo, raffiguranti scene di violenza nei confronti dei commilitoni. Il materiale che è stato sequestrato, adesso è al vaglio della procura. 
L’INTERROGATORIO A PISA
L’avvocato dell’indagato, Andrea Di Giuliomaria, del foro di Pisa, proprio per avere più tempo per studiare gli atti aveva suggerito al suo assistito, interrogato in procura ad agosto, di avvalersi della facoltà di non rispondere. 
A trascinare l’ex paracadutista in questa vicenda , oltre alle intercettazioni telefoniche, anche un libro che aveva scritto e pubblicato a suo spese dal titolo “Coscienza di piombo” . Un testo dove l’autore, ispirandosi alle vite realmente vissute di quattro personaggi, cerca di sottoporre all’attenzione del lettore diversi temi come la guerra, il bullismo, il razzismo, l’ipocrisia sociale, i rapporti familiari, l’insegnamento, il lavoro ma soprattutto il rimorso. 
I protagonisti che commetteranno errori madornali, dovranno fare i conti con la loro coscienza. 
L’AGGRESSIONE DEI “NONNI”
Una tematica che, in qualche modo, ha indotto gli inquirenti ad indagare di più sul conto dell’ ex parà che oggi si divide tra la capitale e Castro dei Volsci.
Le indagini, avviate in tal senso, avrebbero permesso di ritenere che Scieri abbia vissuto una vera e propria aggressione da pare dei “nonni” , in caserma.
Non solo: ma secondo il sostituto procuratore titolare dell’inchiesta chi ha colpito Emanuele, se avesse voluto, avrebbe avuto tutto il tempo di soccorrerlo. E salvarlo. Invece è stato lasciato agonizzante a terra.
Per questo motivo è stato contestato l’omicidio volontario in concorso. 
Secondo la Procura Scieri sarebbe stato picchiato dai “nonni” (insieme a Zabara figurano altri due indagati : Andrea Antico ed Alessandro Panella) e costretto a salire sulla torre di asciugatura dei paracadute da cui cadde; e dopo un volo di una decina di metri venne lasciato a terra agonizzante. Il resto è cronaca di questi giorni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA