Frosinone, carenza di anestesisti: un'emergenza che dura solo da oltre vent'anni

Un articolo sulla carenza di anestesisti pubblicato da Il Messaggero nel 1997
di Pierfederico Pernarella
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Martedì 1 Dicembre 2020, 09:18 - Ultimo aggiornamento: 15:17

La continuiamo a chiamare emergenza, peccato che duri solo da oltre un ventennio. Parliamo della carenza di anestesisti nella Asl Frosinone. Ebbene, si trascina indisturbata dagli anni Novanta, senza soluzione, a parte le consulenze a caro prezzo a cui si deve fare ricorso per non bloccare le sale operatorie.

Per quanto avvezzi, si resta un tantino basiti scorrendo l'archivio del nostro giornale.

Uno dei primi articoli (nella foto) che spunta recita questo titolo: "Cercansi anestesisti disperatamente". Correva il 4 settembre del 1997. Un balzo nel secolo scorso. Ma il tempo diventa relativo scorrendo l'infinità di articoli sull'argomento.

Ecco qualche assaggio: "Interventi chirurgici dimezzati" (2003), "Chiuse le sale operatorie" (2003), "Anestesisti, scatta l'emergenza: ne servono 22, ma all'ultimo concorso si sono presentati solo in due" (2003), "Basta acquisto di prestazioni aggiuntive" (2011), "La Asl assume ma i medici non vengono in Ciociaria" (2015), "Carenza anestesisti, stop alle operazioni all'ospedale Santa Scolastica di Cassino" (2015). Paro paro a quello che è successo qualche mese fa e succederà, chissà, in quelli a venire.



Siamo sempre lì, tra corsi e ricorsi, senza che in questi anni vi sia stata una pianificazione per correre ai ripari. Attualmente di quanti anestesisti avrebbe bisogno la Asl di Frosinone? Stando all'ultimo piano di fabbisogno le unità indicate sono 33. È il numero più alto se si escludono quelli riferiti a infermieri e operatori socio sanitari.

Nei giorni scorsi, dando conto dell'arrivo di due anestesisti nel corso della presentazione del piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, il direttore generale Pierpaola D'Alessandro ha confessato: «In questi giorni nei nostri cellulari, con la dottoressa Callegaro, con la dottoressa Spaziani, con il dottore Ettore Urbano, i messaggi di gioia sono proprio questi, abbiamo un anestesista, e si festeggia. Questo è il clima che viviamo».

Ma in questi giorni la Asl di Frosinone ha dovuto saldare anche le fatture alla Asl di Caserta per le consulenze dei medici di anestesisti e rianimazione impiegati lo scorso anno, con la modalità dell'acquisto di prestazioni aggiuntive, negli ospedali di Sora e soprattutto in quello di Cassino: nel primo caso circa 14mila euro, nell'altro 101mila euro. Anche questa una storia già vista che va avanti da anni. E se per la Asl di Frosinone gli anestesisti non ci sono, altrove, come nella Asl di Caserta, sono abbastanza per svolgere anche l'attività professionale: 60 euro all'ora, il doppio di quanto prende un medico dipendente. Ma per quanto ancora si potrà andare avanti così?

Anche perché, a proposito di corsi e ricorsi, sulle prestazioni aggiuntive non si può fare a meno di ricordare la pesante condanna inflitta qualche anno fa dalla Corte dei Conti ad ex dirigenti della Asl di Frosinone proprio per il massiccio ricorso alle prestazioni aggiuntive. Consulenze che dovrebbero essere utilizzate in via eccezionale per superare emergenze temporanee. Ma appunto, di fronte a un'emergenza che dura da oltre 20 anni, sono diventate uno strumento ordinario.

Nel 2019 la Asl di Frosinone per le prestazioni aggiuntive, con personale interno ed esterno, ha speso circa 4 milioni di euro. E non c'era la pandemia.
 

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