Ospedale di Sora senza anestesisti, operazioni sospese. Il grido di allarme dei medici

Il dottore Luciano Conte
di Roberta Pugliesi
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Sabato 11 Luglio 2020, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 13 Luglio, 08:34

Ospedale di Sora, si accende il dibattito ed i medici salgono sulle barricate: «Chi può agire faccia qualcosa al più presto». È un appello accorato e che arriva direttamente da un addetto ai lavori. A firmare una lettera che in poche ore ha fatto il giro del web è il dottor Luciano Conte, stimato gastroenterologo e medico di base, che lancia un grido di allarme.

Non si tira indietro e, anzi, ci mette la faccia sperando che gli enti preposti intervengano al più presto. Fa il punto della situazione nel nosocomio di San Marciano sotto un profilo strettamente tecnico. «Sono uscito da poco dal nostro ospedale con un po’ di stanchezza ed una forte preoccupazione che vi voglio comunicare. Forse sapete che dal primo luglio sono sospesi gli interventi chirurgici in elezione per carenza di anestesisti. I colleghi rimasti devono prestare servizio nel reparto di rianimazione, praticare le terapie del dolore e soprattutto svolgere assistenza anestesiologica in sala operatoria».

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Nei fatti cosa comporta la sospensione della chirurgia di elezione: «Per quanto riguarda la chirurgia oncologica non si possono più operare i tumori, se non urgenti - spiega il dottor Conte -. Questo comporta una perdita di tempo prezioso che queste patologie non concedono. Non si possono effettuare gli interventi chirurgici programmati dopo chemioterapia neoadiuvante (che serve a ridurre la massa tumorale prima dell’intervento, con relativa diminuzione del rischio per il paziente, facilitando l’intervento chirurgico e favorendo la guarigione)».

Ma le criticità riguardano anche la chirurgia ordinaria, quella della Breast unit, che tratta patologie benigne e maligne della mammella, la chirurgia ortopedica, quella ginecologica ed urologica. «La situazione generale è molto seria. Siamo al di sotto dei livelli minimi e al di fuori della Costituzione che sancisce il diritto alla salute che in queste condizioni non può essere garantito».

Il dottor Conte prefigura scenari drammatici: esodo verso ospedali romani o fuori regione se e quando si riesce ad entrare in lista. «Sono seriamente preoccupato come medico di famiglia, come cittadino di questa città e di tutta la mia provincia, per il futuro del nostro ospedale (di cui ricordo la vocazione oncologica) e di altre strutture ospedaliere, di tutti gli operatori, e di tutti i pazienti.

Sui problemi che riguardano il Santissima Trinità gli fa eco anche il dottor Augusto Vinciguerra, presidente della commissione sanità del Comune di Sora nonché anestesista rianimatore. Vinciguerra si rivolge a Buschini: «Rischiamo seriamente di ridimensionare o chiudere reparti di terapia intensiva della nostra provincia per mancanza cronica degli anestesisti rianimatori. Cassino e Sora tengono duro e le loro Rianimazioni restano aperte con enormi sacrifici dei colleghi che addirittura rinunciano alle ferie. Sora con solo 4 pediatri come fa a tenere in piedi la Neonatologia e la Pediatria? Con il piccolo particolare che in questo ospedale ancora nascono quasi 900 neonati. Ma fino a quando durerà tale mancanza di programmazione per il personale sanitario?».

Il dottore chiosa con una domanda precisa: che fine hanno fatto i quasi 45.000 euro che gli abitanti del territorio del sorano hanno devoluto, durante l’emergenza Covid al Reparto di Rianimazione di Sora?».
Nel dibattito si inserisce anche il consigliere regionale del Lazio Pasquale Ciacciarelli (Lega). «La parte meridionale del nostro territorio è depauperata sempre più in termini di efficienza sanitaria e diritto alle cure ed alla salute. Le persone sono costrette a scappare e curarsi in altre regioni. Non se ne può più». E promette di portare il caso in consiglio regionale pretendendo risposte chiare ed immediate.

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