Spaccio di droga e riciclaggio a Sora, il Riesame respinge il ricorso: Ciro Santianiello resta in carcere

Spaccio di droga e riciclaggio a Sora, il Riesame respinge il ricorso: Ciro Santianiello resta in carcere
di Roberta Pugliesi
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Domenica 1 Novembre 2020, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 09:14

Resta in carcere a Velletri Ciro Santaniello, finito in manette il 6 ottobre scorso nell’ambito dell’operazione “Requiem Ultimatum alla criminalità” che ha portato all’arresto, a Sora, di 27 persone per spaccio, riciclaggio ed estorsione. Il Riesame ha evidentemente ritenuto gravi gli indizi di colpevolezza a carico del fioraio napoletano 56enne padre di Salvatore, anche lui in carcere ma a Latina per il quale il Riesame di Roma ha accolto la richiesta di differimento a data da stabilirsi per motivi di salute.

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Secondo l’accusa, Ciro “Il Fiore” è colpevole del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente in concorso con il figlio e del reato di riciclaggio in concorso. In questo caso - come si legge negli atti della Dda - «in concorso con C.G. in qualità di rappresentante legale e socio unico della Santa Restituta srl, Ciro Santaniello in qualità di amministratore di fatto della medesima società, dopo aver ricevuto da Salvatore Santaniello 40 mila euro nella piena consapevolezza della provenienza illecita di tale somma di denaro in quanto provento di attività di spaccio, utilizzava tale somma per aggiudicarsi all’asta disposta dal Tribunale di Cassino due lotti costituiti da un magazzino e da un appartamento siti a Sora in via Principe Umberto in modo tale da ostacolare l’identificazione della provenienza illecita della somma di denaro».

Il legale difensore di Ciro e Salvatore Santaniello, l’avvocato Francesco Palumbo, in attesa delle motivazioni, non esclude il ricorso in Cassazione: «Il riesame ha confermato l’ordinanza del Gip della Dda. Tuttavia la difesa continua a ritenere insussistenti i gravi indizi di colpevolezza e di conseguenza anche la valutazione sulle esigenze cautelari appare non corretta, anche solo in termini di proporzionalità, ritenuto che gli addebiti provvisori per il vincolo associativo - non contestato al mio assistito - vedono indagati agli arresti domiciliari.

Ad ogni modo, è necessario leggere le motivazioni del Riesame per poter valutare un possibile ricorso in Cassazione».

Dalle indagini di polizia e Guardia di finanza è emerso il ruolo di intermediario di Ciro in occasione di alcuni acquisti di cocaina. Come quello del 6 ottobre 2018 quando Salvatore comprò un chilo di droga al prezzo di 46 mila euro da un tale “Enzuccio”, amico del padre che li mise in contatto. In quell’occasione il fornitore cambiò.

Il coinvolgimento del 56enne nell’acquisto della coca è emerso anche successivamente quando il figlio parlando con la madre proprio del cambio di fornitore «attribuiva - si legge ancora nelle carte della Dda - la responsabilità della decisione ad un terzo soggetto che nel prosieguo della conversazione veniva indicato dalla madre in Ciro Santaniello”. “Eh tuo padre... lui com’è bello, come è bravo”, diceva con sarcasmo la madre intercettata in auto. E c’è poi anche un altro episodio: il padre, nella guerra tra gruppi per il monopolio dello spaccio, intervenne in difesa del figlio nel corso di uno scontro con il sodalizio avverso “arrivando a progettare un attentato dinamitardo presso l’abitazione di Marco De Silvio (un altro degli arrestati) al vertice del gruppo contrapposto ai Santaniello».

Nei prossimi giorni il Riesame si pronuncerà anche su altri arrestati che devono rispondere di reati gravi come quello relativo all’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, decaduta per il momento per Giuseppe Bellucci, ex calciatore bianconero che ha ottenuto i domiciliari.

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