Traffico di sostanze stupefacenti tra il Molise e il frusinate, usavano anche per i bambini per nascondere la droga

Venti le persone indagate e quattro quelle arrestate dai carabinieri

Traffico di sostanze stupefacenti tra il Molise e il frusinate, usavano anche per i bambini per nascondere la droga
di Redazione Frosinone
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Mercoledì 10 Maggio 2023, 08:40 - Ultimo aggiornamento: 14:55

Spesso usavano i loro bambini per nascondere la cocaina durante gli spostamenti tra  Frosinone, Campobasso e Isernia: si tratta di due coppie di coniugi di etnia rom che hanno messo in piedi un’organizzazione criminale dalla quale si rifornivano centinaia di clienti. I quattro sono stati arrestati all’alba quando è scattata l’operazione antidroga dei carabinieri denominata ‘Friends’.

I militari di Campobasso insieme allo Squadrone Cacciatori Puglia, intervenuto per la prima volta in Molise, e con i cani antidroga della Finanza e un elicottero partito da Pescara, hanno effettuato anche molte perquisizioni nelle case dei 20 indagati complessivi operando non solo a Campobasso, ma anche a Isernia e  Frosinone.

Il luogo di rifornimento della cocaina era infatti il basso Lazio dove vivono alcuni parenti stretti degli arrestati. Nel corso di una conferenza stampa il comandante provinciale dell’Arma Luigi Dellegrazie e il colonnello Alfredo Zerella hanno fornito i dettagli dell’inchiesta coordinata dal procuratore Nicola D’Angelo e dal sostituto Elisa Sabusco.

I quattro arrestati, che hanno tra 37 e 55 anni, utilizzavano al telefono nomi in codice per indicare la droga da consegnare cioè «polli», «birre» o «pacchetti di sigarette», ma molto spesso anche il termine «amici», da qui il nome in inglese dell’operazione «Friends». I coniugi talvolta usavano i loro bambini per nascondere la droga durante gli spostamenti. L’indagine è stata seguita dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Gli arrestati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio, gli indagati a vario titolo di concorso. Il loro quartier generale era nella zona di San Giovanni dove sono stati documentati con le intercettazioni duemila episodi di spaccio. L’uomo considerato il capo dell’organizzazione, 37 anni, che al telefono ai suoi complici ricordava che «non siamo la Caritas», è difeso insieme alla moglie dall’avvocato Nicolino Cristofaro. 

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