Omicidio di Serena Mollicone, i carabinieri saranno parte civile

Omicidio di Serena Mollicone, i carabinieri saranno parte civile
di Vincenzo Caramadre
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Mercoledì 15 Gennaio 2020, 11:15 - Ultimo aggiornamento: 18:39

L'Arma dei carabinieri potrà essere parte civile nell'eventuale processo per l'omicidio di Serena Mollicone anche rispetto alle posizione di Marco Mottola e Anna Maria, figlio e moglie di Franco Mottola, l'ex comandante della Stazione dei carabinieri di Arce. Lo ha deciso ieri il gup del Tribunale di Cassino, Domenico Di Croce, il quale ha respinto le eccezioni presentate dall'avvocato della famiglia Mottola. Ammesse tutte le altre parte civili. Al termine dell'udienza il giudice ha fissato altre tre udienze: il 7, il 14 e il 26 febbraio. La decisione dell'eventuale processo a carico dei cinque indagati è attesa entro aprile.

Si è svolta al Tribunale di Cassino l'udienza preliminare per la morte di Serena Mollicone. In aula presente l'ex maresciallo Franco Mottola, assente il figlio Marco e la moglie Annamaria, tutti imputati di omicidio. Presente anche l'ex luongotenente Vincenzo Quatrale e il carabiniere Francesco Suprano. Quest'ultimo accusato di favoreggiamento. Diversi le persone arrivate in Tribunale per chiedere "giustizia per Serena" nel momento in cui papà Guglielmo Mollicone è in ospedale è impossibilitato a partecipare. 

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E' in corso la Camera di Consiglio per la decisione sull'ammissibilità delle parti civili nell'ambito dell'udienza preliminare. «Sono state affrontate le questioni relative alle costituzioni di parte civile - ha spiegato l'avvocato Dario De Santis, legale del padre di Serena Mollicone uscendo dall'aula - Ci sono state eccezioni degli imputati circa l'ammissibilità di alcune delle costituzioni e il giudice si è ritirato in camera di consiglio decidere su queste eccezioni». «Si tratta di decidere se e quali delle parti che hanno chiesto di costituirsi sono ammesse e potranno partecipare al seguito delle udienze preliminari - ha spiegato - Il grosso delle questioni si è incentrato da un lato sull'ammissibilità della costituzione dell'Arma dei carabinieri, dall'altro sull'ammissibilità di costituzione di parenti non strettissimi di Serena Mollicone come gli zii e dall'altro ancora di parenti di Tuzi». «Tra le questioni sollevate dalla difesa degli imputati in particolare una riguarda la costituzione di parte civile dell'Arma dei Carabinieri nei confronti della moglie e del figlio di Mottola», ha poi aggiunto l'avvocato.

Serena Mollicone venne uccisa ad Arce nel 2001. Al termine dell'udienza, rimandata a oggi per un difetto di notifica il 13 novembre scorso, ci sarà la camera di Consiglio che dovrà esprimersi sui rinvii a giudizio per cinque persone. Si tratta del maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, della moglie Anna Maria, del figlio Marco e del maresciallo Vincenzo Quatrale, che sono accusati di concorso nell'omicidio. Quatrale, inoltre, è accusato di istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi. Infine l'appuntato Francesco Suprano è accusato di favoreggiamento. Il 13 novembre scorso durante la prima fase dell'udienza si erano costituiti parte civile i carabinieri, la figlia del brigadiere Santino Tuzi, Maria, il padre e la sorella di Serena Mollicone e altri familiari della 18enne. Tra gli indagati in aula oltre a Francesco Suprano, già presente alla scorsa udienza, c'è l'ex maresciallo dei carabinieri Franco Mottola. Assente Guglielmo Mollicone, padre di Serena, ricoverato in ospedale dal 26 novembre scorso in seguito a un infarto e ancora in condizioni critiche. L'udienza preliminare si svolge davanti al gup di Cassino Domenico Di Croce.

«Attendiamo il verdetto ma siamo sicuri di quello che succederà. Il fatto che Guglielmo Mollicone non è qui fisicamente si sente, per me era un sostegno, era il mio pilastro, però è come se ci fosse, io rappresento lui e i familiari, lui è qui con noi» ha detto arrivando all'udienza preliminare, Maria Tuzi, figlia del brigadiere Santino Tuzi, morto suicida l'11 aprile 2008. Il brigadiere Tuzi dichiarò di aver visto Serena Mollicone entrare nella caserma dei carabinieri di Arce il 1 giugno del 2001, versione che poi ritrattò e che riconfermò qualche giorno prima di morire. «C'è anche mio padre con le testimonianze che ha lasciato e le piccole cose che abbiamo trovato nei documenti», aggiunge Maria Tuzi. Poi rispondendo alle domande dei giornalisti che le chiedevano un commento sulle affermazioni della difesa della famiglia Mottola su suo padre la figlia del brigadiere sottolinea: «I documenti parlano chiaro, noi li abbiamo letti bene e sappiamo cosa c'è scritto. Non mi preoccupa quello che è stato detto. Secondo me non sono stati letti bene i documenti».

Un sit in davanti al Tribunale di Cassino è stato organizzato dal gruppo
Siamo tutti Guglielmo Mollicone. «Siamo tutti parte lesa-giustizia per Serena», si legge sul volantino. «Siamo qui non solo per Serena ma per tutte le donne vittime di violenza», dice una delle promotrici della manifestazione.

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