Omicidio Mollicone, il papà di Serena: «L'Arma ora si costituisca parte civile»

Omicidio Mollicone, il papà di Serena: «L'Arma ora si costituisca parte civile»
di Vincenzo Caramadre
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Mercoledì 28 Agosto 2019, 12:35
«Ora che, dopo 18 anni di indagini, c'è stata la richiesta di rinvio a giudizio si deve andare sino in fondo e ciascuno dovrà giocare il proprio ruolo per difendere quanti ogni giorno lavorano con dedizione e impegno e soprattutto credono nella giustizia. Il mio auspicio è che l'Arma dei carabinieri si costituisca parte civile nel procedimento penale che vede imputati, a vario titolo, tre fra appartenenti ed ex appartenenti ai carabinieri per l'omicidio di mia figlia».

L'UDIENZA A NOVEMBRE
A parlare è Guglielmo Mollicone, papà di Serena, la 18enne assassinata il primo giugno 2001 ad Arce. A fine luglio scorso il procuratore di Cassino Luciano d'Emanuele e il sostituito procuratore Maria Beatrice Siravo, i magistrati che hanno coordinato le indagini dei carabinieri, hanno chiesto il rinvio a giudizio per i cinque indagati: l'ex maresciallo comandare di stazione di Arce Franco Mottola, sua moglie Annamaria e il figlio Marco, ma anche per l'ex luogotenente dei carabinieri Vincenzo Quatrale (tutti accusati di concorso in omicidio e solo per Quatrale anche per l'istigazione al suicidio dl brigadiere Santino Tuzi) e il maresciallo Francesco Suprano (accusato di favoreggiamento).
L'udienza preliminare ci sarà il 13 novembre prossimo.
«Secondo la Procura di Cassino - ha aggiunto papà Guglielmo - Serena sarebbe stata uccisa in caserma ad Arce, dove si era recata per sporgere una denuncia. È chiaro che, stando alle ipotesi accusatorie sin qui emerse, il danno umano, affettivo e sul piano dei sentimenti arrecato alla mia famiglia pesa come un macigno, ma altrettanto pesante potrebbe essere stato il danno subito dall'Arma dei carabinieri, in quanto istituzione dello Stato, alla quale Serena quel giorno si è rivolta».

LE SOMIGLIANZE
Più volte in questi mesi il caso di Serena è stato associato alla morte dei Stefano Cucchi, dove l'Arma, è parte civile e proprio papà Guglielmo più volte ha solidarizzato con la famiglia Cucchi. «Come per il caso Cucchi la costituzione in giudizio - ha aggiunto Guglielmo Mollicone - sarebbe un grande gesto simbolico. Come ho più volte detto devo alla grande professionalità dei carabinieri del comando provinciale di Frosinone e alla Procura di Cassino la svolta sulle indagini legate alla morte di Serena, ma ora si vada sino in fondo. Questo non lo chiede solo un padre che vive il dolore indelebile per la morte della figlia, ma quanti in questi anni, assieme a me, hanno creduto nelle istituzioni».
Per ora il Comando generale dell'Arma non ha preso decisioni. Tecnicamente lo più fare in due momenti: all'apertura dell'udienza preliminare dinanzi al Gup il 13 novembre prossimo, oppure nella fase del dibattimento, dopo l'eventuale rinvio a giudizio.
 
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