Omicidio di Serena Mollicone, fissata la data dell'udienza preliminare

Omicidio di Serena Mollicone, fissata la data dell'udienza preliminare
di Vincenzo Caramadre
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Venerdì 16 Agosto 2019, 16:36
Omicidio di Serena Mollicone, il 13 novembre prossimo al via l'udienza preliminare per i cinque indagati: Franco, Marco e Annamaria Mottola, per Vincenzo Quatrale e per Francesco Suprano. Il Gup del Tribunale di Cassino, dopo la richiesta di rinvio a giudizio per i cinque coinvolti, a vario titolo, nelle indagini per l'omicidio della 18enne, ha sciolto la riserva: dopo 18 anni e almeno 8 anni di indagini attorno alla famiglia Mottola, si arriva dinanzi a un giudice che dovrà valutare le prove raccolte dai carabinieri sotto il coordinamento del procuratore Capo Luciano D'Emmanuele e del sostituto Beatrice Siravo.
Dinanzi al Gup (salvo richieste di riti abbreviati), ci sarà la cosiddetta udienza filtro, vale a dire la valutazione dell'impianto accusatorio e delle conclusioni delle difese al fine di avviare un vero e proprio processo in Corte d'Assise oppure l'emissione del decreto di non luogo a procede. Per l'omicidio di Serena Mollicone si apre, dunque, una fase molto delicata, dove verranno valutate le singole posizioni. L'impianto accusatorio dalla Procura nei confronti dei cinque imputati, infatti, vede varie posizioni.

LA FAMIGLIA MOTTOLA
La famiglia dell'ex maresciallo Franco Mottola (assistita dall'avvocato Francesco Germani con la consulenza del criminologo Carmelo Lavorino) è al centro della scena con il coinvolgeremo diretto nell'omicidio che sarebbe avvenuto al primo piano della caserma dei carabinieri, all'interno di un alloggio privato.
Qui Marco Mottola avrebbe litigato con Serena la quale sarebbe stata sbattuta con la testa contro una porta del bagno e poi soffocata con un sacco di plastica avvolto sulla testa, bloccato con il nastro adesivo attorno al collo. All'ex maresciallo Franco Mottola viene contestato anche il concorso in quanto ufficiale di polizia giudiziaria che dovuto impedire l'aggressione.

IL MARESCIALLO QUATRALE
C'è poi la posizione dell'ex luogotenente Vincenzo Quatrale (assistito dagli avvocati Francesco Candido e Paolo D'Arpino), in servizio ad Arce nel 2001 al quale viene contestato il concorso in omicidio. Quatrale, per la Procura era in caserma, ma udita la colluttazione non avvenne fatto nulla per soccorrere Serena. Ma sempre l'ex luogotenente Quatrale avrebbe indotto Santino Tuzi (il brigadiere che ha fornito lo spunto investigativo attorno alla caserma di Arce, in quanto, poco prima di suicidarsi, nell'aprile del 2008, ha riferito di aver visto entrare Serena in caserma il primo giugno 2001), a ritrattare la sua posizioni.
«C'è stata - si legge nel capo d'imputazione - una pressione psicologica tale da indurlo al suicidio». Da qui l'accusa per Quatrale, anche, d'istigazione al suicidio.

L'APPUNTATO SUPRANO
Il quinto indagato è il maresciallo dei carabinieri Francesco Suprano (assistito dagli avvocati Eduardo Rotondi ed Emiliano Germani), in servizio ad Arce nel 2001, al quale viene contestato il favoreggiamento. Come? Suprano avrebbe affermato di essere uscito dalla caserma di Arce assieme al maresciallo Mottola il primo giugno dalle 13.30 alle 14.30, quando invece, sarebbero rimasti in caserma e che Santino Tuzi gli avrebbe fatto capire che la ragazza entrata in caserma non era Serena Mollicone.
Ma Suprano, per la Procura, avrebbe anche sostituito la porta del bagno del suo alloggio con quella contro la quale avrebbe urtato la testa Serena. Accuse contro le quali le difese dei cinque indagati hanno già annunciato battaglia dinanzi al Gup. Ma dinanzi al Gup a Novembre, come parte offesa, ci sarà anche la famiglia Mollicone, assistita dagli avvocati Dario De Santis e Sandro Salera, e la famiglia Tuzi, assistita dall'avvocato Elisa Castellucci.
 
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