Cassino.Omicidio di Gabriel Feroleto, al via il processo per il padre

Cassino.Omicidio di Gabriel Feroleto, al via il processo per il padre
di Vincenzo Caramadre
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Mercoledì 20 Maggio 2020, 07:19 - Ultimo aggiornamento: 09:24

Al via venerdì prossimo alle 10 il processo, dinanzi alla Corte d’Assise del Tribunale di Cassino, a carico di Nicola Feroleto, il 49enne di Villa Santa Lucia accusato di aver assassinato, in concorso con l’ex compagna Donatella Di Bona, il figlio di appena 26 mesi. Il piccolo Gabriel Feroleto, barbaramente soffocato, con l’ostruzione contestuale di naso e bocca, il 17 aprile dello scorso anno in località Volla a Piedimonte San Germano. Un processo molto atteso perché collegato ai uno dei più gravi fatti di cronaca che il cassinate ricordi, ma che si svolgerà in forma semi protetta in attuazione delle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria da Covid-19.

In aula ci sarà il presidente della Corte Donatella Perna, il giudice a latere e la giuria propalate al completo (composta di sei membri) che verrà disposta a distanza di sicurezza.

In aula anche pubblico ministero Roberto Bulgarini Nomi, l’avvocato Luigi d’Anna e i due legali, Alberto Scerbo, Luigi Montanelli e Giancarlo Corsetti , in rappresentanza delle 4 parti civili (la nonna del piccolo, due zii e la bisnonna) che chiederanno la formale costituzione contro Nicola Feroleto.
 “Vogliamo giustizia, per Gabriel e per Donatella che, per noi, è innocente”, hanno più volte detto i familiari. Proprio l’imputato Nicola Feroleto sarà assente fisicamente, ma collegato in video conferenza dal carcere di Frosinone, dov’è rinchiuso dallo scorso anno e da dove ripete di “essere innocente” e di non “essere stato presente sul luogo dell’omicidio" nel primo pomeriggio del 17 aprile 2019.

Il Tribunale ha previsto un doppio collegamento in video conferenza, in chiaro con l’intera aula e in forma protetta per garantirgli di parlare con il proprio legale in maniera riservata. La difesa dell’uomo punterà da subito sulla circostanziata trascrizione delle  intercettazioni telefoniche e soprattutto ambientali. Su tutte quelle captate nella sala d’attesa della compagnia dei carabinieri di Cassino poche ore prima del fermo di Nicola, quando avrebbe chiesto alla sua compagna, una donna di Villa Santa Lucia, di confermare il suo alibi, vale a dire di essere stato presente a casa nell’ora in cui il piccolo è stato assassinato. Ebbene per la difesa, ogni parola, ogni affermazione dovrà essere rivalutata solo dopo la trascrizione. Duplice lettura viene data anche alle tracce, la spina di un rovo trovata sugli indumenti di Nicola, che, per la Procura, lo collocherebbero in località Volla, ma la difesa fornisce una diverse conclusione. Venerdì ci sarà la fase iniziale del processo, con la costituzione delle parti e le eccezioni preliminari.

Per il proseguo, quando si entrerà nel dibattimento, con le testimonianze e le audizioni dei vari consulenti, si prevede un confronto serrato tra le parti.

Un processo che arriva a una settimana dall’avvio della perizia psichiatrica nei confronti di Donatella Di Bona, la madre rea confessa dell’omicidio che, tramite i suoi legali, Lorenzo Prospero e Chiara Cucchi, viene giudica con rito abbreviato.

La donna, che si trova nel carcere di Rebibbia, verrà sottoposta alla perizia psichiatrica, chiesta dalla sua difesa, e il 15 settembre prossimo si tornerà in aula, per le conclusioni del perito.

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