Omicidio Mollicone, oggi parte il processo: ecco come sono stati suddivisi i testimoni

Omicidio Mollicone, oggi parte il processo: ecco come sono stati suddivisi i testimoni
di Vincenzo Caramadre
3 Minuti di Lettura
Venerdì 16 Aprile 2021, 07:13

Tra poco più di un mese saranno vent’anni dall’omicidio di Serena Mollicone. Un giallo dove non sono mancati colpi di scena. Stamattina alle 10.30, dopo un rinvio (il 15 gennaio scorso per carenza di giudici), un’udienza lampo a causa dell’emergenza Covid (il 19 marzo), inizierà il processo.

A Cassino, nell’aula B010 del polo universitario della Folcara (facoltà di Giurisprudenza), la Corte d’assise si riunirà per sciogliere le riserve sulle questioni preliminari avanzate dalle difese, poi ci sarà l’apertura del dibattimento, vale a dire, le parti chiameranno in aula i testi e i consulenti e porteranno all’attenzione della Corte, presieduta dal giudice Massimo Capurso, ogni altro elemento che riterranno utile.

A processo sono finiti: l’ex maresciallo comandante della stazione dei carabinieri di Arce, Franco Mottola suo figlio Marco e sua moglie Annamaria tutti accusati di omicidio volontario in concorso (assistiti dagli avvocati Francesco Germani, Piergiorgio Di Giuseppe e Mauro Marsella), l'ex luogotenente Vincenzo Quatrale che risponde di concorso morale nell’omicidio e d’istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi (assistito dagli avvocati Paolo D’Arpino e Francesco Candido) e il carabinieri Francesco Suprano che risponde di favoreggiamento (assistito dagli avvocati Emiliano Germani e Cinzia Mancini).

Incardinato il processo si partirà dai testi dell’accusa, quelli che il procuratore capo Luciano d’Emmanuele e il sostituto procuratore Maria Beatrice Siravo, hanno inserito in una lista di oltre 90 persone.

Una lista suddivisa in tre tronconi: le primi indagini (13 testi), la riapertura delle indagini e i rapporti tra Marco Mottola e Serena Mollicone (18 testi), gli accertamenti tecnici sulla caserma e il suicidio del brigadiere Santino Tuzi (12 testi), le nuove indagini (13 testi), le persone presenti in caserma la mattina del primo giugno del 2001 (3 testi), nuovi accertamenti sulla porta rotta e sulla caldaia dell’alloggio della caserma a locazione privata (9 testi), falsità ordine di servizio numero 1 del primo giugno 2001 (8 testi), falsità ordine di servizio numero 2 del primo giugno 2001 (3 testi), militari della caserma carabinieri di Arce nel 2001 ( 3 testi), accertamenti per individuare il veicolo utilizzato per il trasporto del cadavere (5 testi).

Le difese, su tutte quella della famiglia Mottola. «Abbiamo fortissima la speranza che sia individuata la combinazione criminale responsabile della morte di Serena Mollicone, del suo trasporto in Fontecupa e di tutte le azioni agite per farla franca.

Parliamo di “combinazione criminale” perché ignoriamo se l'azione continua e combinata del crimine sia opera di una o più persone. Noi abbiamo contribuito, stiamo collaborando e contribuiremo per il raggiungimento dei citati due aspetti e obiettivi. Critichiamo profondamente l'impianto accusatorio nel metodo, nei contenuti, nelle sue origini», è stato il commento del criminologo Carmelo Lavorino, portavoce del pool difesa Mottola.

Nutrita la schiera delle parti civili: Antonio Mollicone (zio di Serena assistito dall’avvocato Dario De Santis), Consuelo Mollicone (sorella di Serena, assistita dall’avvocato Sandro Salera), Armida Mollicone (zia di Serena, assistita dall’avvocato Federica Nardoni), Fabio e Maria Tuzi (figli del brigadiere Santino Tuzi, assistiti dall’avvocato Elisa Castellucci) e l’Arma dei Carabinieri. Ha chiesto la costituzione in giudizio il Comune di Arce, con l’avvocato Antonio Radice.

© RIPRODUZIONE RISERVATA