Un nuovo impianto per i rifiuti in Ciociaria, lo costruirà la onlus di una comunità di recupero

Un nuovo impianto per i rifiuti in Ciociaria, lo costruirà la onlus di una comunità di recupero
di Pierfederico Pernarella
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Sabato 25 Giugno 2022, 08:32 - Ultimo aggiornamento: 27 Giugno, 00:26

Lavorerà fino a 40mila tonnellate di rifiuti all'anno. Pericolosi e non. Scarti sanitari, elettrodomestici e apparecchiature elettroniche, oli esausti e altri liquidi, metalli. La Regione Lazio ha dato parere favorevole alla valutazione d'impatto ambientale del progetto per la realizzazione di un impianto di recupero e trattamento nella zona industriale di Ceprano, in via Campo del Greco, all'interno del fabbricato già esistente dell'ex laminatoio.

Il progetto presenta una particolarità: a presentarlo, ormai sei anni fa, non è una società che opera nel settore del trattamento rifiuti, ma un soggetto che si occupa di tutt'altro: la onlus In Dialogo, la cooperativa sociale che fa capo a don Giorgio Tagliaferri e conosciuta perché da anni gestisce la comunità di recupero per tossicodipendenti di Trivigliano, una delle più importanti della provincia.

L'area in cui si trova il fabbricato ricade nel perimetro del Sito d'interesse nazionale (Sin) Bacino del Fiume Sacco. Quindi, per avviare i lavori di adeguamento dell'impianto, sarà necessario svolgere tutti i procedimenti presso il Ministero della Transizione ecologica.

Il Comune di Ceprano aveva espresso parere contrario, ma per la Direzione ambiente della Regione Lazio, raccolti i parere di tutti gli enti competenti, il sito non presenta alcun tipo di fattore escludente. A partire dal fatto che dista più di 150 metri dal fiume Sacco.

Inoltre, ha concluso la Regione Lazio, «l'impianto ricade in zona industriale, in un'area poco rilevante dal punto di vista naturalistico, paesaggistico e culturale».

Si tratta, si legge ancora nel provvedimento regionale, di un paesaggio «industriale caratterizzato dall'elevato livello di infrastrutture viarie e presenza di capannoni industriali. Inoltre l'impianto sarà realizzato riqualificando un capannone industriale esistente e che le lavorazioni avverranno all'interno del capannone. Non saranno eseguiti interventi significativi sul fabbricato se non la realizzazione di due tettoie».

La onlus In Dialogo andrà ad operare in un settore praticamente sconosciuto, quindi non è escluso che il progetto goda dell'appoggio di imprese, magari della zona, che operano già nell'ambito del recupero dei rifiuti. Nel progetto non è specificato, ma si presume che una volta in funzione l'impianto avrà anche una valenza sociale con il reinserimento lavorativo degli ospiti della comunità di recupero gestita dalla stessa coop.
 

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