Nuova discarica a Roma, arrestati l'imprenditore Valter Lozza e la dirigente regionale Flaminia Tosini

Nuova discarica a Roma, arrestati l'imprenditore Valter Lozza e la dirigente regionale Flaminia Tosini
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Martedì 16 Marzo 2021, 09:39 - Ultimo aggiornamento: 20:09

Dalle prime ore della mattina il Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale sta dando esecuzione all’Ordinanza di misura cautelare personale degli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Roma a carico dell’imprenditore Valter Lozza  e della dirigente della Regione Lazio, l'ingegnere Flaminia Tosini, ritenuti responsabili, in concorso, dei reati di concussione, corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Contestualmente i militari stanno eseguendo perquisizioni nelle sedi delle società riconducibili all’imprenditore e negli uffici della dirigente presso la Regione Lazio.

L'inchiesta è stata coordinata dai procuratori aggiunti aggiunti di Roma  Paolo Ielo e Nunzia D'Elia.

L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, ha avuto origine da un monitoraggio svolto dal N.O.E. di Roma sul ciclo integrato dei rifiuti urbani della Regione Lazio.

«Nel corso delle indagini - spiegano gli investogatori -  è emerso un condizionamento di natura corruttiva di atti assunti dalla dirigente, che ha svolto un ruolo decisivo nella scalata societaria del Lozza in seno alla NGR Srl, società, in origine, controllata da altro imprenditore. Tale condizionamento ha inciso sul procedimento di rilascio dell’autorizzazione in favore della società per la realizzazione della nuova discarica di rifiuti  solidi urbani di Roma in località Monte Carnevale.  La discarica insiste sul medesimo sito in precedenza già autorizzato quale discarica per rifiuti inerti ed è stata scelto quale nuovo sito di smaltimento dei rifiuti derivanti dal trattamento di RSU della Capitale. E’ emerso altresì che il direttore regionale ha prestato sistematicamente la propria opera al fine di risolvere qualsivoglia problematica afferente all’attività imprenditoriale del Lozza, già gestore, tramite la MAD Srl, delle discariche per RSU di Roccasecca (FR) e di Civitavecchia (RM)».

Nell'ordinzana il gip del gip di Roma, Annalisa Marzano parla di «un meccanismo criminoso, ben collaudato, estremamente pericoloso e pregiudizievole sia per la corretta e trasparente individuazione di un sito idoneo alla destinazione dei rifiuti solidi urbani della Capitale, che nella complessiva gestione degli interessi inerenti la gestione delle attività dedite allo smaltimento dei rifiuti e alla gestione delle discariche». 

Per il gip «l'intero dipartimento della Regione Lazio, cruciale per la salvaguardia dell'interesse ambientale del territorio laziale, a causa delle condotte illecite poste in essere dalla sua dirigente è stato totalmente ripiegato sugli interessi privati di Lozza.

L'indagata, pur ricoprendo un incarico piuttosto delicato, con una straordinaria astuzia e inconsueta disinvoltura, ha manipolato la procedura amministrativa volta alla individuazione della prossima discarica di rifiuti solidi urbani della Capitale e lo faceva ricorrendo ad indebite scorciatoie».

Nell'ordinanza il giudice afferma, inoltre, che Tosini «non contenta, orientava le determinazioni regionali, in tema di rifiuti, agli interessi dell'amico imprenditore che gestiva anche le discariche di Civitavecchia e Roccasecca: nel primo caso assicurando a Lozza l'ampliamento della discarica per rifiuti non pericolosi di Civitavecchia e nel secondo caso riuscendo a manipolare le determinazioni di altri organi dello Stato (la Presidenza del Consiglio dei ministri) assicurando a Lozza la conferma dell'innalzamento della quota della discarica di Roccasecca (a mt 16,70 come stabiliti originariamente dalla Regione Lazio)».

Tosini avrebbe ricevuto da Lozza, si legge nelle carte dell'accusa, «oggetti preziosi di consistente valore: borsa, orologio, bracciale marca Cartier, orecchini» ma non solo. «La mole di conversazioni captate nel corso delle indagini, dopo un faticoso ed estenuante tentativo di sorprendere la Tosini in dialoghi non criptati, ha permesso di svelare come costei si dedichi, anima e corpo, a tessere relazioni e a muovere pedine per favorire l’attività imprenditoriale del Lozza, agevolata dalla posizione apicale ricoperta all’interno della Regione Lazio».

In una nota la Regione Lazio fa sapere che «come previsto dal regolamento regionale, la dirigente è stata sospesa dal suo incarico in attesa di conoscere gli sviluppi dell’inchiesta avviata dalla Procura di Roma. Esprimiamo fiducia nell’azione della magistratura, auspicando che si faccia rapidamente luce su questa vicenda, e rinnoviamo l’apprezzamento nei confronti della direttrice Tosini, che saprà chiarire la correttezza del suo operato nel rispetto delle proprie funzioni». 

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