Neonata morta, due ginecologhe rischiano il processo

Neonata morta, due ginecologhe rischiano il processo
di Marina Mingarelli
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Sabato 19 Febbraio 2022, 13:38

Neonata morta in ospedale in circostanze ignote, il pubblico ministero chiede il rinvio a giudizio per due ginecologhe del nosocomio “Fabrizio Spaziani” di Frosinone. Nell’udienza preliminare che si è tenuta nella mattinata di ieri i genitori della bambina tramite gli avvocati Riccardo Masecchia e Fabrizio Faustini, si sono costituiti parte civile. Nel corso della udienza I difensori delle due imputate Natalino Guerrieri e Giuseppe Lasforza del foro di Bari, hanno sollevato delle eccezioni per quanto riguarda la legittimità del conferimento dell’incarico dei consulenti da parte della Procura della Repubblica di Roma per rogatoria ( la piccina è deceduta in un nosocomio romano dopo che era arrivata dal presidio ospedaliero frusinate in condizioni disperate). Di contro i legali di parte civile hanno replicato a questa eccezione e hanno anche ottenuto dal giudice un termine per depositare delle memorie difensive funzionali al rigetto delle eccezioni dei difensori delle imputate. Il gup vista la complessità degli argomenti sollevati nel corso dell’udienza preliminare ha fissato un aggiornamento per il prossimo 20 maggio. Dunque quello di ieri è stato un vero e proprio scontro tra le difese. La vicenda risale al settembre dello scorso anno quando una donna di 36 anni residente ad Amaseno partorisce una bambina che si chiamerà Nicole.

La felicità della neo mamma per aver dato alla luce la sua piccina è durata però molto poco. La neonata infatti comincia ad avere problemi respiratori e siccome le sue condizioni di salute peggiorano di ora in ora i sanitari del nosocomio frusinate decidono di trasferire la bimba presso il Policlinico Umberto Primo di Roma. Ma nel nosocomio romano la piccola vivrà soltanto 13 giorni. I medici del nosocomio romano avevano fatto l'impossibile per strapparla alla morte, ma durante il ricovero la piccina aveva avuto ben due infarti e proprio quegli arresti cardiaci risulteranno fatali. A seguito di quel decesso e genitori, distrutti dal dolore per la perdita della loro figlioletta, hanno fatto scattare la denuncia contro ignoti per omicidio colposo . Entrambi adesso chiedono di sapere se la loro bimba intervenendo tempestivamente poteva essere salvata. Secondo la procura i medici avrebbero Peccato di negligenza ed imperizia perché non avrebbero somministrato alla gestante farmaci che vengono utilizzati nel momento in cui sopraggiunge una condizione di sofferenza uterina. In quel caso il feto sarebbe rimasto privo di ossigenazione per quasi due ore. Un tempo lunghissimo dove tutti gli organi vitali erano stati compromessi proprio per la mancanza di ossigeno. 

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