Delitto Mollicone, esperta di Botanica: «Legni della porta della caserma dei carabinieri sovrapponibili con i frammenti trovati nei nastri»

Delitto Mollicone, esperta di Botanica: «Legni della porta della caserma dei carabinieri sovrapponibili con i frammenti trovati nei nastri»
di Vincenzo Caramadre
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Venerdì 4 Febbraio 2022, 11:47 - Ultimo aggiornamento: 5 Febbraio, 01:20

I legni trovati sotto il nastro adesivo con il quale fu bloccato il capo di Serena Mollicone, prima che il corpo venisse abbandonato nel boschetto di Fonte Cupa, sono geneticamente sovrapponibili ai campioni estratti dalla porta contro la quale sarebbe stata sbattuta la 18enne nel 2001.

La consulente del pm, la professoressa Elena Pilli: "C'è perfetta sovrapponibilità dei legni, maggiore del 90 per cento". E' questo l'esito della consulenza botanica discussa in mattinata dinanzi alla Corte d'assise di Cassino, dove si sta celebrando il processo per la morte di Serena Mollicone. Il dato, indirettamente, va a confermare la presenza di Serena in caserma.

I pm Beatrice Siravo e Maria Carmen Fusco hanno chiamato a testimoniare anche il professore Bravo, grafologo, al quale invece gli inquirenti hanno affidato la consulenza sugli ordini di servizio.

Il professor Bravo ha analizzato le grafie, ma anche le cancellature e le correzioni.

Infine saranno ascoltati quattro testi, gli operaio che, all'epoca della costruzione dell'immobile che ospita la caserma dei carabinieri di Arce, si occuparono del montaggio e della manutenzione della caldaia. I pm hanno convocato Simone Somocal, Franco Di Ponio e Sergio Iafano. Il primo installò la caldaia a gas dell'appartamento a trattativa privata presso la caserma dei Carabinieri, il secondo ed il terzo si occuparono a lungo della sua assistenza e manutenzione.

Proprio la caldaia, infatti, ha assunto una dimensione importante nelle indagini prima e nel processo poi. Per i Ris la polvere di vernice trovata sotto il nastro adesivo utilizzato per bloccare il corpo della 18enne è la stessa del coperchio della caldaia. Un accertamento quello dei Ris che ha fatto il paio con la consulenza della professoressa Cristina Cattaneo, che ha concluso la sua relazione, discussa in aula due udienza fa, riconoscendo la compatibilità tra la frattura cranica e il segno di rottura trovato sulla porta.

Ciò per la procura chiude il cerchio, assieme alle dichiarazioni di Santino Tuzi, il quale prima di suicidarsi affermò di aver visto "una ragazza" entrare in caserma la mattina del primo giugno.

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