Frosinone, il ministro dell'Istruzione
apre l'anno all'Accademia:
«Arti e saperi pilastri
di senso critico e libertà»

Frosinone, il ministro dell'Istruzione apre l'anno all'Accademia: «Arti e saperi pilastri di senso critico e libertà»
di Stefano De Angelis
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Venerdì 17 Maggio 2019, 21:45

«L’Accademia è un’istituzione della cultura. È un ponte per la vita che serve a stimolare nei giovani spirito creativo e senso di responsabilità. Non è soltanto formazione, ma va intesa, nell’ambito della promozione del territorio, come canale di trasmissione di esperienza». Così il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, ieri ha aperto l’anno di studi dell’Accademia di belle arti nel palazzo Tiravanti.
Un’occasione speciale per l’università della creatività: per la prima volta ha ricevuto la visita di un esponente del governo. Non era mai successo prima. E l’emozione era palpabile tra gli studenti e i docenti. Il caso, un improvviso attacco febbrile, ha fermato a letto il presidente Ennio De Vellis, assente alla cerimonia che si è svolta sul grande spiazzo bianco della sede, che ospita circa 700 allievi. In 300 provengono da paesi esteri, in particolare da Cina, Iran, Turchia e Vietnam, e vivono a Frosinone, contribuendo all’economia locale con spese per l’affitto e di mantenimento quotidiano. De Vellis, però, non ha mancato di far giungere il suo messaggio: l’ha fatto con un intervento scritto, letto dalla direttrice Loredana Rea. Bussetti, politico in quota Lega, insegnante, ex provveditore a Milano e con un passato da allenatore di basket, è arrivato nel capoluogo intorno alle 10.20, di ritorno da una tappa a Veroli, come Salvini il giorno prima. Ad accoglierlo, oltre ai vertici dell’Accademia e agli studenti, questi ultimi «i protagonisti» è stato ribadito più volte, c’erano anche il prefetto Portelli, il questore Biagioli e il presidente della Provincia, Pompeo. Per l’amministrazione comunale c’era l’assessore Testa. Il sindaco Ottaviani non era in città per motivi professionali.

LA VISITA
Salite le scale, il ministro ha visitato il palazzo, da qualche anno casa dei corsi. Un breve giro accompagnato da due studentesse, Alice Boezi di Alatri e Giulia Belli di Frosinone. Hanno fatto da Cicerone illustrando storia, peculiarità e offerta formativa. Non prima di aver descritto l’installazione artistica esposta all’ingresso: un grande “tappeto” colorato, alto tre piani, realizzato con ritagli di buste di plastica per simboleggiare l’utilità del processo di riciclo. La direttrice, invece, dopo avergli donato un libro fotografico della Ciociaria e altri lavori grafici, ha spiegato al ministro i motivi ispiratori delle mostre allestite: è dedicata all’allunaggio, a 50 anni dal primo passo dell’uomo sulla Luna, quella permanente.
Bussetti ha poi raggiunto lo spazio per gli interventi. Davanti a una folta platea, dopo aver ringraziato «per la grande accoglienza», ha sottolineato: «L’Accademia non è solo un percorso artistico per seguire attitudini e coltivare passioni, ma anche di coraggio. Ritengo che la commistione di conoscenze, anche umanistiche, sia la strada da seguire. Unire le arti e i saperi al mondo industriale ed economico: questo è il grande salto di qualità. Cultura - ha concluso - vuol dire allargare gli orizzonti e imparare a conoscersi per avere spirito critico, che significa libertà». Poi un passaggio sul made in Italy: «Ha un valore planetario, deve riprendersi il ruolo che gli spetta nel mondo». Così la direttrice dell’Accademia: «L’arte contemporanea, in un periodo di crisi di valori, ha l’obbligo di rappresentare una diversa interpretazione della realtà, offrire prospettive solide. Questo è il senso dell’arte» ha spiegato Rea. Luca Spatola, rappresentante degli studenti, ha puntato sul ruolo centrale dei ragazzi, dei «protagonisti» ha ribadito: «È importante avere il giusto sostegno per portare avanti le nostre idee e far affermare la nostra voce».
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