Costretto a rubare un'auto di lusso e minacce ai figli, l'incubo del medico finito nella morsa del clan De Silvio

Il professionista sul lastrico dopo un accertamento fiscale e la separazione ha chiesto aiuto alle persone sbagliate

Costretto a rubare un'auto di lusso e minacce ai figli, l'incubo del medico finito nella morsa del clan De Silvio
di Roberta Pugliesi
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Venerdì 5 Maggio 2023, 08:31

«Massacriamo di botte tuo figlio, sappiamo i luoghi che frequenta. Dacci i soldi altrimenti andiamo da tua figlia che sappiamo dove abita. Attento a te verranno delle persone di Roma e ti massacreranno». Un calvario durato sette anni, finito dopo aver trovato il coraggio di denunciare i propri aguzzini. Due di loro - i fratelli Federico e Marco De Silvio, 40 e 37 anni - sono stati arrestati; per due donne - Filomena Stella Di Silvio e Valentina De Silvio 33 e 29 anni - rispettivamente cognata e cugina degli arrestati, è invece scattato il divieto di dimora.

LE DIFFICOLTÀ

Vittima di usura, estorsione e minacce un medico di Sora.

Le indagini della Squadra Mobile di Frosinone coordinate dal dirigente Flavio Genovesi sono partite nei primi mesi di quest'anno dopo che la vittima, in preda all'esasperazione, si era decisa a sporgere denuncia. Il professionista ha raccontato il suo inferno iniziato nell'anno 2016.

I suoi guai sono iniziati dopo un accertamento tributario. L'Agenzia delle entrate gli ha notificato una penale economica di 120 mila euro cifra che il professionista è riuscito a sanare in breve tempo. Ma contemporaneamente, si era sobbarcato le spese per la separazione ed il mantenimento dei figli e l'affitto di una nuova casa in cui vivere da separato. Si era quindi trovato in un improvviso e grave stato di difficoltà economica. Ne parlò con un conoscente il quale gli consigliò di chiedere "una discreta somma di denaro ad un ragazzo di nome Marco", conosciuto a Sora come riferimento per risolvere situazioni economiche difficili ed al quale in molti si rivolgevano per ottenere aiuto.

IL PRESTITO

Da quel momento per il medico è iniziato l'incubo. Al primo incontro, in cui la vittima aveva avanzato la richiesta di un prestito di 5.000 euro, il presunto "benefattore" si era reso subito disponibile ad aiutarlo, dietro la promessa di riottenere al termine di 30 giorni la restituzione della somma di 7500 euro. Il medico però non era riuscito a restituire nei termini fissati l'intera somma. L'uomo era stato costretto a versare settimanalmente una somma di denaro che variava da poche centinaia di euro a somme più cospicue. Lo stato di soggezione e la paura erano tali che il medico era stato anche costretto, dietro minaccia, a noleggiare e simulare il furto di un auto di lusso. Il veicolo in realtà era stato consegnato all'usuraio, che lo aveva venduto illegalmente. Era il marzo del 2018. Per quell'episodio, il professionista si è beccato anche una denuncia per appropriazione indebita.

Dolori, guai e preoccupazioni si aggiungevano ad una situazione già compromessa. Veniva tempestato di telefonate e messaggi minatori anche da alcuni familiari di Marco De Silvio, il fratello e due sorelle, tutti già gravati da precedenti penali per spaccio di sostanze stupefacenti, usura ed estorsione. Gli aguzzini o i loro familiari se li trovava ovunque: a casa, nello studio medico, al supermarket. Erano diventati la sua ombra. Più ritardava nei pagamenti, più il debito con gli usurai cresceva: è stato possibile accertare che la vittima ha versato una somma superiore ai 70 mila euro, ma non si esclude che il denaro indebitamente ottenuto dagli usurai sia molto di più. Forse il doppio.

LE MISURE CAUTELARI

Il medico, in preda all'esasperazione e al terrore, è riuscito a trovare la forza per denunciare. Le indagini della Squadra Mobile sono durate un paio di mesi, poi la Procura di Cassino ha chiesto e ottenuto le misure cautelari a firma del gip Domenico Di Croce: per i due fratelli la custodia in carcere; il divieto di dimora a Sora per una delle due donne e quello nelle regioni Lazio, Abruzzo, Molise e Campania per l'altra. I quattro sono difesi dagli avvocati Antonio Carogno, Tony Ceccarelli e Mariano Giuliano.
 

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