Delitto Pompili, il racconto del figlio:
«Mamma fu ammazzata di botte»

Delitto Pompili, il racconto del figlio: «Mamma fu ammazzata di botte»
di Elena Ganelli
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Mercoledì 12 Dicembre 2018, 16:53
E' stato un bambino di appena cinque anni il testimone chiave che ha inchiodato gli assassini di Gloria Pompili, la giovane di Frosinone morta il 23 agosto dello scorso anno sulla via dei Monti Lepini a causa delle botte ricevute. Ed è stato il racconto del figlio, così come riproposto da un'assistente sociale ieri mattina nell'aula della Corte d'Assise di Latina a dare l'immagine più brutale dell'omicidio, a rendere reale l'orrore di quella vicenda e ad inchiodare Loide Del Prete, zia della vittima e il suo compagno Saad Mohamed Elesh Salem, 24 anni, egiziano, e Hady Saada Mohamed Mohamed, 30 anni, marito di Gloria.
I primi due sono chiamati a rispondere di omicidio con le aggravanti di aver agito in presenza dei figli minori della vittima e con particolare crudeltà e tutti e tre di maltrattamenti in famiglia sia sulla ragazza che sui bambini di tre e cinque anni.
IL RACCONTO
Quella sera, al ritorno verso casa a bordo di quell'auto, Gloria viene picchiata anche con un bastone, che le provocò una lesione acuta della milza che ne causerà la morte come ha spiegato sempre ieri in aula l'anatomo-patologo consulente del procuratore aggiunto Carlo Lasperanza.
E in quella macchina, sul sedile posteriore, c'erano Gabriele e Emanuele, i due bambini che hanno visto tutto e che poi hanno raccontato ad un educatore e poi ad un'assistente sociale il pestaggio, il dolore della mamma e poi la morte.
«L'hanno ammazzata» ha detto il piccolo parlando di calci e pugni e di tanto sangue, indicando come responsabili la Del Prete e il suo compagno e aggiungendo che da Gloria volevano i soldi.
Parole che gli investigatori hanno ritenuto più che credibili. La testimonianza di un orrore infinito da parte di quei bambini che negli anni scorsi erano stati più volte picchiati e maltrattati tanto da finire anche al pronto soccorso dell'ospedale di Frosinone, così come Gloria, come risulta dai referti mostrati ieri mattina in aula e acquisiti agli atti dalla Corte presieduta da Gianluca Soana.
La vita da incubo della 23enne l'ha ricostruita anche un componente del Nucleo investigativo dei carabinieri di Latina raccontando alcune informative giunte alla Questura di Frosinone conseguenti alle segnalazioni di vicini o conoscenti, le denunce per percosse contro il compagno della Del Prete, la vita da prostituta che questi due imponevano alla ragazza lasciandola ogni mattina nella zona dell'asse attrezzato ciociaro oppure nella zona del Padiglione a Nettuno prima di recarsi nei loro negozi di frutta e verdura a Nettuno e Aprilia.
Oppure facendola prostituire all'interno dell'appartamento di via Saragat a Frosinone con i bambini chiusi in una sorta di gabbietta in terrazzo perché non assistessero ai rapporti con i clienti. Fino a quell'ultima sera quando la violenza non ha più avuto limiti. Pugni, calci e colpi di bastone fino a quando Gloria è crollata per morire dopo oltre mezz'ora di agonia in una piazzola di via Monti Lepini all'altezza di Prossedi. Il processo è stato aggiornato al 7 gennaio.
 
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