Alla fine, se tutto va bene, ci saranno voluti circa due mesi e mezzo per ottenere una visita medica a casa. Eppure per il paziente in questione la priorità dovrebbe essere assoluta. Lui si chiama Lorenzo, abita a Ferentino, e da due anni gli è stata diagnostica la Sla, una delle più gravi malattie neurodegenerative che portano al progressivo blocco di tutti i muscoli del corpo. Ebbene la signora Evelina, la madre di Lorenzo, lo scorso 17 giugno ha fatto richiesta al Centro di assistenza domiciliare (CAD) di Ferentino per una visita oculista a domicilio in quanto Lorenzo è impossibilitato a muoversi.
«La visita - spiega la madre - è stata richiesta dai tecnici informatici che stanno mettendo appunto il puntatore oculare da destinare a mio figlio, unico e solo strumento con il quale lui può comunicare».
La richiesta è stata recepita in maniera immediata, considerando anche la delicatezza del caso? Macché. È ancora la madre a raccontare cosa è avvenuto: «Trascorsi venti giorni dalla richiesta e non avendo ottenuto nessun riscontro ho contattato il CAD di Ferentino e un addetto mi ha risposto che la dottoressa era in ferie e di richiamare dopo venti giorni».
Passano altri venti giorni e che succede? «Ho contattato di nuovo il CAD - dice la signora Evelina - e mi è stato comunicato che la dottoressa era in malattia e sono stata invitata a richiamare i primi di settembre».
Ora tocca incrociare al destino.
«Mio figlio Lorenzo - racconta la madre - è malato di SLA e non di un semplice raffreddore, per lui ogni minuto è prezioso! Visti gli sviluppi negativi della richiesta come conseguenza di questo comportamento inqualificabile da parte delle autorità e ASL, io attiverò tutte le vie necessarie per tutelare gli interessi e la salute di mio figlio, anche dal punto di vista penale».
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