Frosinone, rotatoria a De Matthaeis: il Comune punta sull’isolotto. E' scontro dopo l'ultima sperimentazione

Frosinone, rotatoria a De Matthaeis: il Comune punta sull’isolotto. E' scontro dopo l'ultima sperimentazione
di Stefano De Angelis
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Domenica 9 Ottobre 2022, 07:42 - Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre, 07:32


La rotatoria della discordia di De Matthaeis continua a infiammare il confronto politico e a seminare incertezza tra gli automobilisti. Sono migliaia quelli che percorrono, ogni giorno, le strade del capoluogo e prima o poi tutti si ritrovano ad attraversare l'incrocio caldo cittadino. Lì dove, in sostanza, confluiscono tutte le strade principali di Frosinone e dove una volta c'erano i semafori. Sono quasi tre anni che sono scomparse le luci rosse, verdi e gialle lampeggianti, ma il nodo traffico e ingorghi è rimasto, divenendo quasi un rompicapo.

L'ultima sperimentazione del Comune non ha dato i risultati sperati, anzi.

Il divieto di accesso diretto in viale Roma, verso l'alberata, per chi proveniva da via Mària e via Tiburtina è durato poco più di una settimana. Le valutazioni tecniche, infatti, hanno portato a rimuovere quella striscia aggiuntiva di new jersey provvisori e indotto, dunque, a tornare al passato, a ripristinare la viabilità originaria. Quella stabilita a dicembre 2019, quando nello snodo al centro di Frosinone sono spuntati i rondò di plastica bianchi e rossi. Quelli che ancora oggi campeggiano all'ingresso del capoluogo, con tanto di reti metalliche e altre arancioni protettive da cantiere che non sono certo un bel biglietto da visita per chi arriva in città.

Ad ogni modo la breve vita dell'ultima modifica a De Matthaeis ha fornito ulteriori elementi d'analisi sulla viabilità e spinto l'amministrazione comunale a puntare dritto su un'unica soluzione: «L'unico modo per alleggerire il traffico ed evitare ingorghi all'incrocio nevralgico è quello di acquistare e non espropriare l'isolotto al centro del piazzale per realizzare una grande rotatoria - ha spiegato il sindaco Riccardo Mastrangeli -. A questo punto non ci sono alternative. Solo così, spostando l'asse per l'ingresso nel capoluogo e con spazi maggiori, sarà possibile migliorare la circolazione. Noi stiamo lavorando concretamente per cercare di risolvere il problema, che esiste da sessant'anni e non certo da adesso. E il nostro obiettivo è farlo nell'immediatezza. Ecco perché non è praticabile l'ipotesi dell'esproprio: in tal caso, infatti, per intervenire ci vorrebbero almeno quindici anni».

Mastrangeli poi aggiunge: «Di sicuro con le rotatorie la situazione ha avuto un'evoluzione positiva rispetto a quando c'erano gli impianti semaforici. Ma in questi casi non si può improvvisare. Per individuare la soluzione più idonea l'amministrazione ha ritenuto necessario condurre verifiche, studi e analisi sui flussi e sulle tipologie dei veicoli che attraversano l'incrocio. Ed è quello che è avvenuto anche con la recente variazione per l'accesso in viale Roma. Per poter intervenire serve il supporto di dati analitici, le polemiche strumentali non sono affatto risolutive».

LA POLEMICA
La questione viabilità, però, è tornata in primo piano. A riaccendere il confronto è stata anche l'introduzione di alcuni sensi unici. Per il consigliere comunale d'opposizione ed ex candidato a sindaco Domenico Marzi l'ultima sperimentazione all'incrocio De Matthaeis finita nel giro di pochi giorni «denota la superficialità d'intervento dell'amministrazione, che ha sottovalutato la questione e la mole di traffico che insiste in quell'area. Senza parlare del degrado che interessa la rotatoria» ha aggiunto. «Noi - sottolinea Marzi - lo dicevamo già in campagna elettorale che l'unico modo per rendere più fluida la circolazione era quello di intervenire attraverso l'acquisto o l'esproprio dell'isolotto. Ma è fondamentale aggiornare prima il piano del traffico». Marzi poi si mostra polemico anche sul senso unico di marcia in via Marittima e in via don Minzoni e sulle piste ciclabili osserva: «Non bisogna farle solo per dire di averle e per guadagnare così qualche posto nelle varie classifiche nazionali, ma ci servono programmazione e progettazione. Bisogna realizzare piste che siano davvero attrattive per i ciclisti».
 

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