Contenzioso Tari, a San Giovanni tegola da mezzo milione sul Comune: avvisi in arrivo ai cittadini con un rialzo fino al 130%

Contenzioso Tari, a San Giovanni tegola da mezzo milione sul Comune: avvisi in arrivo ai cittadini con un rialzo fino al 130%
di Marco Barzelli
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Mercoledì 1 Giugno 2022, 10:00 - Ultimo aggiornamento: 12:01

A San Giovanni Incarico si scalda la campagna elettorale per le Comunali del 12 giugno. Il tribunale di Cassino ha rigettato l’opposizione del Comune e confermato il decreto ingiuntivo ottenuto nel luglio 2018 dall’Unione dei Comuni “Antica terra di lavoro” in merito a un enorme contenzioso sulla Tari: la tassa sui rifiuti. Il Comune deve pagare oltre mezzo milione di euro all’Unione. La decisione, a livello politico, ha dato torto al ricandidato sindaco uscente Paolo Fallone e ragione all’allora presidente dell’Unione Antonio Salvati, già primo cittadino di San Giovanni e avversario di Fallone. Quest’ultimo, a pochi giorni dalla sfida elettorale con Marinella Ianniello, ha preso atto della sentenza, annuncia che la impugnerà e continua a puntare al secondo mandato. Chiamato in causa, accentua però il fatto che «il comportamento dell’Unione prima dell’instaurazione del giudizio - riporta dalla sentenza - ha contribuito in maniera significante al sorgere del contenzioso».

IL CONTENZIOSO
Un contenzioso nato nel 2017, quando l’amministrazione Fallone revocò la gestione di alcuni servizi all’Unione, tra cui la riscossione dei tributi.

L’Unione allora richiese direttamente all’ente comunale il pagamento di 516.185 euro che non aveva potuto incassare per conto suo. L’opposizione consiliare, nel mentre, ha puntato il dito contro l’avviso affisso da Fallone per dire ai cittadini di non pagare la Tari 2017 per presunte irregolarità nella bollettazione. Il sindaco si è poi visto archiviare un esposto alla Procura. Ora la sentenza a favore dell’Unione, difesa dall’avvocato Giuseppe Santopietro, e a discapito del Comune, assistito dal legale Francesco Scalia.

LA SOMMA
Il Comune, quindi i cittadini, deve sborsare 567mila euro visti gli interessi e le spese legali. Lo studio legale dell’Unione ha già intimato il pagamento all’amministrazione Fallone. Si parla di bollette della Tari 2017, in arrivo ai sangiovannesi, con maggiorazioni fino al 130% dovute alle sanzioni per omessa dichiarazione e omesso versamento. Secondo la parte politica avversa a Fallone, ora a sostegno della Ianniello, il sindaco avrebbe dovuto dire ai cittadini di pagare una volta apprese l’archiviazione del suo esposto e la regolarità delle bollette. Poi c’è la questione dei conti: stando alla controparte, le somme relative alla Tari 2017 non sarebbero state inserite in bilancio. Intanto, però, la stangata sulla Tari.

Il sindaco Fallone, dal canto suo, butta acqua sul fuoco. Premette che «il Comune non poteva incassare quelle somme perché era di competenza dell’Unione e non ci sarà nessun danno erariale per il Comune, come sostengono alcuni». Aggiunge che «il pagamento della somma all’Unione è solo a ricevuta riscossione delle bollette dei cittadini, che ora lo stesso Comune provvederà ad emettere». Non di certo prima delle elezioni, in ogni caso prima della fine dell’anno. «I soldi che verranno incassati dal Comune - aggiunge Fallone - dovranno essere messi a disposizione dei creditori dell’Unione che già hanno promosso da tempo decreti ingiuntivi e ne hanno diritto». Il ricandidato sindaco di San Giovanni Incarico, in ogni caso, ci mette la mano sul fuoco: «Non ho commesso nessun reato e nemmeno danno erariale - assicura - perché ogni procedura è stata adottata secondo le indicazioni degli avvocati e soprattutto già è stata da tempo segnalata alla Corte dei Conti».

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