Frosinone, Valle del Sacco: appaltati i lavori per i siti dismessi

Frosinone, Valle del Sacco: appaltati i lavori per i siti dismessi
di Marco Barzelli
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Mercoledì 23 Novembre 2022, 09:22 - Ultimo aggiornamento: 09:25


Non è ancora la vera e propria bonifica della Valle del Sacco, ma dopo diciassette anni partiranno i primi interventi. L'annuncio ieri nel corso di una conferenza stampa a Ceprano: l'aggiudicazione delle gare per la caratterizzazione e la messa in sicurezza d'emergenza di otto ex siti industriali. Un'accelerazione, dopo i ritardi iniziali, arrivata con la nomina a commissario straordinario, Lino Bonsignore, per l'attuazione dell'apposito accordo di programma sottoscritto nel 2019 tra Ministero dell'Ambiente e Regione Lazio. Ha dato il via a tutti cantieri previsti in anticipo rispetto alla scadenza ultima del 31 dicembre 2022. Oltre quella data la Regione avrebbe dovuto restituire i fondi all'Unione europea.

Tra i primi siti ce ne sono tre di Ceprano, scelta come location simbolica per via del maggior numero di aree ricadenti nel Sito di interesse nazionale e da bonificare prossimamente.

Ad accompagnare il commissario Bonsignore, per conto della Regione, il presidente vicario Daniele Leodori, l'assessore al ciclo dei rifiuti Massimiliano Valeriani e il direttore del settore Andrea Rafanelli e il padrone di casa, il sindaco di Ceprano Marco Galli. Presenti in sala, oltre al consigliere regionale e promotore dell'evento Mauro Buschini, alcuni amministratori locali e imprenditori coinvolti. Serviranno dai ventiquattro ai trentasei mesi, dai due ai tre anni, per far sparire l'inquinamento noto e accertare se ce ne sia altro nei primi otto siti da bonificare. Tra questi tanti ex: Annunziata e Snia-Bpd di Ceccano, polveriera di Anagni, cartiera di Ferentino, e Ilmes presso Ponti La Selva di Paliano. Anche lì saranno eliminati rifiuti e fatte indagini specifiche per comprendere se il sito è realmente inquinato ed eventualmente intervenire. Nel caso serviranno ulteriori risorse economiche, oltre ai 53 milioni di euro stanziati e ora messi realmente in circolo.

Il commissario ha parlato della situazione che aveva trovato quasi un anno fa: «Con questi 53 milioni - ha dichiarato nell'occasione - non era stato aggiudicato niente a parte Arpa 2 a Colleferro, 150 mila euro di appalti. Non so per quale ragione, ma in realtà gran parte del lavoro era pronto ma bisognava finalizzarlo». Ha fatto poi presente una volta per tutte che «non siamo ancora alla fase della bonifica, perché per quella ci vorranno ben altri soldi». In quanto al monitoraggio delle acque, Bonsignore ha spiegato che «si deve capire se si stanno irrigando i campi, in cui coltivo la roba che mangio, con acque inquinate, e probabilmente la situazione sarà migliore di quella che immaginiamo, però dobbiamo saperlo con certezza». Anche e soprattutto lungo le aree ripariali della Valle del Sacco, nei terreni agricoli situati fino a cento metri dagli argini del fiume. «Non vengono più coltivate perché si presume che ci sia inquinamento è andato dritto al sodo Bonsignore - . Allora andiamo a vedere se c'è inquinamento o meno».

Il pelo nell'uovo, ma anche lì si sta per chiudere il cerchio, è una faccenda ancora non sbrogliata: «Si possono trovare sostanze che superano i valori previsti dalla norma ha argomentato il commissario della bonifica -. Però è possibile che questi valori siano naturali e non dipendenti dall'inquinamento. Si indagherà sui cosiddetti valori di fondo del suolo. Stiamo parlando di prospezioni al di fuori dell'area del Sito di interesse nazionale».

I DATI SULLA SALUTE
Rispetto alla sorveglianza sanitaria, poi, ha preannunciato che i dati epidemiologici raccolti saranno divisi per Comune e zona, per poi essere pubblicati su un sito già pronto: Indaco, frutto del Dipartimento epidemiologico della Regione Lazio. «Si fa in modo che ognuno possa avere coscienza dello stato di salute - ha posto in rilievo Bonsignore - e anche paragonare quelli dei vari Comuni, più o meno vicini al fiume». Sulla sorveglianza sanitaria il commissario ha precisato che non viene fatta solo con le interviste telefoniche ma anche con analisi in laboratorio.

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