Con una crisi respiratoria va al Presidio ambulatoriale territoriale (Pat), non viene visitata esce e muore per strada. Con quest'accusa un medico rischia il processo per rifiuto di atti d'ufficio. E' la storia che nell'aprile del 2021 vide protagonista, suo malgrado, Luisa Cerato 75enne di Pontecorvo che, in preda ad una crisi respiratoria, si era recata al Casa della Salute della Cittadina Fluviale, dove ha sede il Pat.
La procura di Cassino, nella persona del sostituto procuratore Chiara D'Orefice, al termine delle indagini andate avanti per un anno circa ha chiesto il rinvio a giudizio di un medico, settantenne del sorano (assistito legalmente dall'avvocato Rosangela Coluzzi), in servizio al punto d'intervento per prestazioni non urgenti di Pontecorvo il giorno in cui la donna si recò per una visita.
LA CONTESTAZIONE
Inizialmente l'indagine era partita con l'ipotesi di reato di omicidio colposo, ma poi è stato derubricato in altro reato. Tant'è che il pm D'Orefice contesta al professionista l'omissione e il rifiuto di atti relativo al suo ufficio, in qualità di incaricato di un pubblico servizio. Per la Procura il medico avrebbe violato lo statuto che regola il Pat e che impone di prestare soccorso (nel caso specifico alla donna giunta in condizioni d'insufficienza respiratoria); non avrebbe, inoltre, visitato la donna e infine non avrebbe attivato il servizio di emergenza chiamando il 118 per il trasferimento al pronto soccorso di Cassino, struttura di rifermento del Pat di Pontecorvo e dove poi la donna, invece, è giunta priva di vita perché morta nell'auto della nipote che la stava accompagnando. Tra le parti offese (alcune delle quali assistenti dall'avvocato Manlio Sera) la Procura ha individuato anche l'Asl di Frosinone. L'udienza preliminare verrà aperta il 6 dicembre prossimo al tribunale di Cassino.