Sono più di mezzo milione in Italia gli immobili definiti “a disposizione”, ossia quelli che non rappresentano la residenza principale, per un totale stimato tra il 17 e il 18 per cento del totale delle abitazioni. Il tema è quello delle seconde case, non solo soddisfazioni e investimenti per chi è riuscito a chiudere un acquisto, ma anche, forse soprattutto, dolori per via dell’imposta annuale, di tipo patrimoniale, a carico dei proprietari. È la cosiddetta Imu (che si paga in base al regolamento comunale che stabilisce le aliquote per il computo dell’importo), cui si aggiunge la Tari, la tassa sui rifiuti.
E nel capoluogo ciociaro quanto si sborsa per un’abitazione diversa da quella in cui si vive? Lo ha calcolato la Uil. Secondo il sindacato è di «quasi novecento euro la spesa media in città per i possessori di una seconda casa». Per la segretaria della Uil Frosinone, Anna Tarquini, si tratta di una «vera e propria stangata».
Frosinone, poi, fanno rilevare dal sindacato, scala la classifica per quanto riguarda le prime case considerate di lusso, quindi ville, castelli e palazzi prestigiosi, che non sono esentate dal pagamento dell’Imu. Il capoluogo è secondo dopo Roma. Stando allo studio della Uil, infatti, nella Capitale per un immobile di lusso l’imposta municipale annuale è di 6.419 euro, a Frosinone di 2.411, a Rieti di 2.250, a Viterbo di 1.918 e a Latina di 1.784.