L'allarme lo aveva lanciato il presidente della Provincia e sindaco di Sora, Luca Di Stefano, appena una settimana fa. Ora a fargli eco è stata l'eurodeputata ciociara della Lega, Maria Veronica Rossi.
La questione balzata prepotentemente al centro dell'agenda politica è quella del rischio idrogeologico della Ciociaria. Nonostante se ne parli da anni, è tornata di nuovo in primo piano dopo il nubifragio di tre giorni fa che ha sferzato i territori di Arce e Colfelice. Frane, asfalto saltato in alcune strade, case, cantine e scantinati allagati da acqua e fango, colture (in particolare nei vigneti) andate perse, canali e fossi esondati: è stato questo il bilancio della furia della pioggia, caduta in maniera incessante per un'ora e mezzo. Si sono registrati anche danni ad un autosalone, ad Arce (una settantina di macchine alluvionate) e all'edificio sede del Comune e dell'ufficio postale di Colfelice. Le rispettive amministrazioni, intanto, confidano nel riconoscimento dello stato di calamità.
Nel frattempo, l'europarlamentare Rossi riaccende i fari sulla vulnerabilità del suolo e auspica una sforzo comune per favorirne la messa in sicurezza.
L'eurodeputata si è soffermata sui dati che riguardano la Ciociaria relativamente alle aree esposte al pericolo frane: «Complessivamente la popolazione altamente a rischio è costituita da 33.549 unità che risiedono su un territorio di 481,5 kmq in cui si trovano 13.727 famiglie, 1.916 imprese e 115 beni culturali su cui pende una spada di Damocle. Per il rischio di alluvione sono 6.799 i residenti in zone a pericolosità elevata. I numeri ci dicono che non si può più aspettare. Appare necessario il rafforzamento di un sistema di monitoraggio e di previsione per la riduzione del rischio idrogeologico utilizzando i fondi dedicati inseriti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza».
Poi Rossi ha concluso: «La dichiarazione dello stato di calamità naturale mi sembra un passaggio doveroso, anche per accelerare le attività di ripresa nonché per programmare e realizzare la protezione del territorio». Nei giorni scorsi anche Di Stefano aveva indicato tra le priorità quella del risanamento ambientale, annunciando di aver interessato del problema la Regione: «Ci sono molte zone pericolose e a rischio. Si tratta di un'altra sfida importante che deve partire dalla Provincia».
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