Frane, «33mila ciociari a rischio». L'eurodeputata Rossi: «Investimenti rapidi per la messa in sicurezza»

Frane, «33mila ciociari a rischio». L'eurodeputata Rossi: «Investimenti rapidi per la messa in sicurezza»
di Stefano De Angelis
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Domenica 4 Giugno 2023, 09:51 - Ultimo aggiornamento: 10:26

L'allarme lo aveva lanciato il presidente della Provincia e sindaco di Sora, Luca Di Stefano, appena una settimana fa. Ora a fargli eco è stata l'eurodeputata ciociara della Lega, Maria Veronica Rossi.

La questione balzata prepotentemente al centro dell'agenda politica è quella del rischio idrogeologico della Ciociaria. Nonostante se ne parli da anni, è tornata di nuovo in primo piano dopo il nubifragio di tre giorni fa che ha sferzato i territori di Arce e Colfelice. Frane, asfalto saltato in alcune strade, case, cantine e scantinati allagati da acqua e fango, colture (in particolare nei vigneti) andate perse, canali e fossi esondati: è stato questo il bilancio della furia della pioggia, caduta in maniera incessante per un'ora e mezzo. Si sono registrati anche danni ad un autosalone, ad Arce (una settantina di macchine alluvionate) e all'edificio sede del Comune e dell'ufficio postale di Colfelice. Le rispettive amministrazioni, intanto, confidano nel riconoscimento dello stato di calamità.

Nel frattempo, l'europarlamentare Rossi riaccende i fari sulla vulnerabilità del suolo e auspica una sforzo comune per favorirne la messa in sicurezza.

Ha anche lanciato un monito: «Si acceleri sugli investimenti», richiamando l'attenzione sui fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. «In queste ore anche il nostro territorio è stato duramente provato dagli eventi atmosferici e si sta scoprendo fragile dal punto di vista idrogeologico - ha spiegato Rossi -. I problemi emersi ad Arce, Rocca d'Arce, Colfelice, Boville Ernica e Veroli devono suonare come un campanello d'allarme e sono solamente la punta dell'iceberg: ci sono fondi del Pnrr che vanno spesi il prima possibile per risanare un territorio che evidentemente soffre». Poi, aprendo il fronte di polemica politica con l'ex amministrazione regionale di centrosinistra, ha aggiunto: «Negli anni passati sono stati eseguiti interventi tampone e mai nulla di risolutivo».

L'eurodeputata si è soffermata sui dati che riguardano la Ciociaria relativamente alle aree esposte al pericolo frane: «Complessivamente la popolazione altamente a rischio è costituita da 33.549 unità che risiedono su un territorio di 481,5 kmq in cui si trovano 13.727 famiglie, 1.916 imprese e 115 beni culturali su cui pende una spada di Damocle. Per il rischio di alluvione sono 6.799 i residenti in zone a pericolosità elevata. I numeri ci dicono che non si può più aspettare. Appare necessario il rafforzamento di un sistema di monitoraggio e di previsione per la riduzione del rischio idrogeologico utilizzando i fondi dedicati inseriti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza».

Poi Rossi ha concluso: «La dichiarazione dello stato di calamità naturale mi sembra un passaggio doveroso, anche per accelerare le attività di ripresa nonché per programmare e realizzare la protezione del territorio». Nei giorni scorsi anche Di Stefano aveva indicato tra le priorità quella del risanamento ambientale, annunciando di aver interessato del problema la Regione: «Ci sono molte zone pericolose e a rischio. Si tratta di un'altra sfida importante che deve partire dalla Provincia».

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