Provinciali Frosinone, anche i sindaci di Sora e Arce nell'agone. Di Stefano: «Grandi chance di farcela». Germani: «Vincerò»

Provinciali Frosinone, anche i sindaci di Sora e Arce nell'agone. Di Stefano: «Grandi chance di farcela». Germani: «Vincerò»
di Stefano De Angelis
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Martedì 29 Novembre 2022, 15:22 - Ultimo aggiornamento: 16 Dicembre, 12:22

Il sindaco di Sora è fiducioso: «Sono convinto che raggiungeremo un buonissimo risultato. Abbiamo grandi possibilità di farcela». Il primo cittadino di Arce è ottimista: «Questa è la mia undicesima competizione elettorale. Sono sicuro che vincerò, d’altronde sono abituato a farlo».

Luca Di Stefano e Luigi Germani, titolari di fascia tricolore, lanciano il guanto di sfida all’altro pretendente, il loro collega di Frosinone Riccardo Mastrangeli, civico in quota Lega sostenuto, oltre che dal partito di Salvini, anche da una parte di Forza Italia, sindaci e forze civiche.

In uno scenario politico contrassegnato dalle spaccature sia nel centrodestra sia nel Pd e da piccole defezioni in Forza Italia e nella Lega, è iniziato il rush finale per la conquista della presidenza della Provincia. Si voterà il 18 dicembre. Alle urne, in virtù della riforma Delrio che ha escluso i cittadini dalla tornata (non possono candidarsi né esprimere la preferenza), andranno soltanto sindaci e consiglieri dei 91 Municipi ciociari. Sono 1.146. Il vincitore sarà eletto con il sistema dell’indice di ponderazione, determinato sulla base della popolazione dei comuni: il voto di un rappresentante dell’assise di Frosinone o di Cassino pesa di più rispetto a quello di un collega dei centri medi e piccoli.

Ieri, tra le 11 e le 12, Di Stefano e a seguire Germani hanno formalizzato la loro candidatura: 200 le firme di amministratori a sostegno del primo, 194 per il secondo. Domenica, invece, è stata la volta di Mastrangeli, che ha depositato un elenco di 260 sottoscrittori. Un dato che, comunque, è parzialmente indicativo per quanto riguarda l’orientamento dei “grandi elettori”. Dopo giorni di riunioni e manovre, la contesa è partita.

Per il dopo Pompeo (Pd) sarà sfida vera sia tra forze politiche sia tra leader di correnti. Con uno sguardo, attento, rivolto alle prossime Regionali.

Nell’agone, dunque, sono scesi tre sindaci civici, ma che navigano in perimetri geopolitici diversi, chi nell’alveo del centrodestra e chi in quello del centrosinistra.

IL SINDACO DI SORA
La mattinata di ieri si è aperta con la discesa in campo di Di Stefano, già supportato dal Pd alle Comunali: «La tematica ambientale e il rilancio del territorio sono le priorità. La discarica di Roccasecca sarà soltanto un ricordo - ha spiegato -. La mia candidatura è espressione del territorio. Con me ci sono tanti sindaci e consiglieri: insieme abbiamo deciso di dar vita a questo progetto. Io sono un civico e chiedo agli amministratori delle varie sensibilità politiche di sostenermi».

Per il sindaco di Sora questa è anche l’occasione per far tornare protagonista sulle scena provinciale una vasta porzione del comprensorio che si estende dalla Val di Comino alla Valle del Liri: «C’è la possibilità di restituire dignità a quelle aree che negli anni hanno sofferto di marginalità, che sono rimaste praticamente fuori dalle dinamiche dello sviluppo». Insieme a Di Stefano a palazzo Iacobucci c’erano i consiglieri provinciali Mosticone e Pittiglio nonché il consigliere comunale Pd del capoluogo Pizzutelli. Segno della piena convergenza su Di Stefano della componente dem guidata da Francesco De Angelis, leader ciociaro del Pd, e di fatto della federazione del partito. C’era anche il presidente del gruppo provinciale della Lega, Gianluca Quadrini.

«Le adesioni intorno a Di Stefano, per il quale hanno già firmato 25 sindaci, aumentano di ora in ora - spiega il capogruppo Pd in Provincia, Enrico Pittiglio -. Questa è la sintesi che rispecchia il documento fatto proprio dalla direzione del Pd. È la sola in linea con il principio di individuare una candidatura dal profilo progressista e lontana da operazioni politiciste». Il sindaco di Sora, stando al quadro emerso, potrà contare anche sull’appoggio di amministratori di Italia Viva e Azione, di esponenti del M5S e di forze civiche.

IL SINDACO DI ARCE
È stato anche il giorno della candidatura di Luigi Germani, un civico, ma da sempre vicino al centrosinistra. Tra gli amministratori con la maggiore anzianità di servizio, è al timone di Arce per la sesta volta. È stato lui il punto di caduta dell’alleanza trasversale tra i vertici di Fratelli d’Italia e l’area del Partito democratico che fa capo all’uscente Pompeo. E non a caso ieri accanto a Germani c’erano tre esponenti di FdI (l’assessore di Ceccano Del Brocco e i consiglieri provinciali Maura e Ambrosetti) e due del Pd vicini a Pompeo (i consiglieri provinciali Di Pucchio e Ranaldi). C’era anche il consigliere di piazza Gramsci Luigi Vacana, in campo con un gruppo di civici.

«Sono ciociaro al cento per cento - ha esordito Germani -. Spero di aver modo di confrontarmi con il maggior numero di sindaci e amministratori, a prescindere dalle appartenenze politiche, per acquisire le loro proposte. È necessario costruire assieme delle linee guida di governo che siano condivise» ha spiegato. Germani, che si è definito «un uomo delle istituzioni, garante del pluralismo e del confronto», ha sottolineato: «In caso di vittoria, farò sentire la mia presenza in tutti i centri della provincia». Anche Germani si è mostrato fermo sul capitolo rifiuti: «Ad Arce siamo a un passo dalla discarica di Roccasecca, vi assicuro che con me non riaprirà». Un altro punto centrale sono i fondi del Pnrr: «A disposizione ci sono tante risorse per scuole, strade e tutela dell’ambiente. Non possiamo perdere questa sfida». Poi conclude: «Ringrazio i tanti sindaci e amministratori che mi stanno manifestando il loro sostegno».

Con Germani anche una fetta di Forza Italia, tanto che ieri Pompeo ha incontrato una delegazione degli azzurri. Sulla spaccatura nel Pd, Pompeo non si è sbilanciato: «Rivolgo un grande in bocca al lupo ai tre candidati». Sulla frattura nel centrodestra, invece, Maura ha affermato: «Abbiamo cercato di giungere a una soluzione condivisa, proponendo anche candidati di FdI, ma non è stato possibile, anche per la fuga in avanti della Lega».

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