Frosinone: Pd primo e FdI in salita, giù M5S e FI. Civiche, quattro in discesa. Virata verso il bipolarismo

Frosinone: Pd primo e FdI in salita, giù M5S e FI. Civiche, quattro in discesa. Virata verso il bipolarismo
di Stefano De Angelis
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Mercoledì 15 Giugno 2022, 11:10 - Ultimo aggiornamento: 23:43

C’è chi ride e chi no. Chi esulta e chi mastica amaro. Il verdetto delle urne, come sempre, decreta vincitori e sconfitti, delineando la nuova geografia politica. Così Frosinone, all’indomani del primo turno delle Comunali, si è svegliata con un quadro mutato rispetto a quello che aveva aperto la seconda consiliatura di Ottaviani.

I cittadini entrati nella cabina elettorale (sono stati 24.657 pari al 66,91 per cento, 2.733 in meno rispetto al 2017 con un crollo dell’affluenza di oltre 5 punti) hanno puntato in larga parte sulle compagini formate da più forze. Ne viene fuori che quasi il 90 per cento del sostegno è stato distribuito tra centrodestra e centrosinistra. Ma non è bastato né a Mastrangeli, che ha raccolto il 49,26 (11.856 voti), né a Marzi, che si è attestato al 39,13 (9.419 voti). Al primo per centrare la vittoria servivano 12.035 consensi: gliene sono mancati 179.

Il totale di Mastrangeli è stato superiore a quello ottenuto dalle liste della coalizione (11.376), con un più 480: si tratta di elettori che hanno scelto il sindaco senza assegnare preferenze per il Consiglio. Per Marzi, invece, la differenza è stata minima, dal momento che le formazioni in suo sostegno hanno raggiunto quota 9.415. La sfida si rinnoverà al ballottaggio. Gli altri tre che correvano per la fascia si sono divisi il restante 11 per cento circa dei voti: Vincenzo Iacovissi ne ha collezionati 1.419 (5,9 per cento, 154 in più della lista del Psi), Mauro Vicano 1.098 (4,56 per cento, 113 in più delle tre formazioni al suo fianco) e Giuseppe Cosimato 276 (1,15, 80 in più della civica schierata). Nel 2017, invece, gli aspiranti sindaco erano sei: Ottaviani del centrodestra aveva vinto con il 56,4, Cristofari del centrosinistra si era fermato al 27,2. Gli altri quattro in campo, Pizzutelli, Bellincampi, Bonaviri e Incitti, insieme avevano totalizzato più del 16 per cento. I frusinati, dunque, in questa tornata, hanno virato verso il bipolarismo.


LE LISTE
Rispetto ad allora, però, sono cambiati scenario e accordi.

Il centrosinistra contava su cinque liste, era alleato con il Psi e non aveva, a differenza di adesso, il sostegno di Polo civico (era schierato con Ottaviani), Movimento 5Stelle e Frosinone in Comune, che correvano da soli. Tra i nove gruppi a supporto del centrodestra, invece, non c’era la Lega, oggi alla prima apparizione.

Ora chi gioisce è il Pd, primo partito cittadino con 2.903 voti (12,49), 489 in più di cinque anni fa (+3,19). Gongola De Angelis, artefice del campo largo. Chi crolla, invece, è il M5S, passato da 1.523 consensi a 307 (-4,55 per cento). Non sfonda Fratelli d’Italia, la scorsa volta insieme con An, anche se fa segnare un buon passo in avanti arrivando a quota 2.032 (1.201 in più, +5,54) che ne fanno il primo partito di coalizione. Débâcle di Forza Italia che perde 2.050 voti (da 3.097 a 1.047, dall’11,93 al 4,51), ma fa meglio della Lega (1.007 e 4,33 per cento). In campo, però, c’era anche la lista Ottaviani (Lega), che ne ha ottenuti 2.743 (11,8), ma è in discesa: alle scorse elezioni aveva trionfato con 3.364 voti (12,96).

Tra le civiche in salita la Lista per Frosinone, da 1.420 consensi (5,47) a 1.901 (8,18), mentre in calo il Polo civico (da 2.578 voti a 1.467, dal 9,93 al 6,31 per cento), Frosinone in Comune (da 1.245 a 739, dal 4,8 al 3,18) e Frosinone capoluogo (da 907 a 687, dal 3,49 al 2,96). Il derby tra le liste che portavano il nome dei candidati a sindaco è stato vinto da quella di Marzi, seconda all’interno dello schieramento. La lista Ottaviani, la più votata della coalizione di centrodestra, è stata prima in assoluto per numero di preferenze ai candidati, 4.060. In questa graduatoria seconda si colloca quella del Pd con 4.045.

Tra le civiche in campo, quella che faceva riferimento all’ex sindaco Marini non è andata oltre i 1.039 voti (4,47 per cento), al di sotto delle attese della vigilia. È stata anche la prima volta di Azione, che non ha superato quota 366 (1,58). Decrescita in qualche modo contenuta, invece, per il Psi: da 1.367 consensi di cinque anni fa a 1.265 (5,44).

E in vista del ballottaggio, i socialisti a stretto giro si ritroveranno per decidere se e come appoggiare Marzi (non è escluso l’apparentamento). Attesa anche per quello che farà Azione. Le manovre sono appena iniziate. Nel frattempo l’Udc si riavvicina al centrodestra e, come annunciato dal segretario Cesa, «sosterrà in modo convinto Mastrangeli».

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