Frosinone, a rischio progetti per 3 milioni di euro per venti Comuni ciociari: timori e speranze di non perdere i fondi

Una veduta di Vallecorsa
di Stefano De Angelis
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Martedì 17 Maggio 2022, 00:15 - Ultimo aggiornamento: 18 Maggio, 00:15

La comunicazione è arrivata con una pec ministeriale. A riceverla sono stati quattromila Municipi italiani, la maggior parte piccoli compresi tra mille e cinquemila abitanti. Ad annunciarlo è stata l’Anpci, l’associazione nazionale piccoli comuni d’Italia, che insorge mostrandosi fortemente polemica con il ministero dell’Interno - Direzione finanza locale - e denuncia: «Revocati fondi pari a mezzo miliardo di euro per 4.800 progetti».

E nell’elenco generale degli enti locali interessati, quello con opere non classificate nella Bdap (banca dati amministrazioni pubbliche), cui si riferisce la stessa associazione, sono inclusi anche 20 centri ciociari, da Nord a Sud. Tra questi figurano alcuni grandi, come Alatri e Cassino, altri medi, come Arce e Paliano, e diversi che si trovano in collina o montani come, ad esempio, San Donato Val di Comino, Vallecorsa e Acquafondata. Per il territorio provinciale il totale delle risorse in questione ammonta a oltre tre milioni di euro.

Secondo l’Anpci, presieduta da Franca Biglio, sindaco di Marsaglia, in provincia di Cuneo, «i Comuni sarebbero colpevoli di non aver comunicato dati o l’inizio dei lavori nei termini previsti».

Da qui le proteste dell’organismo nazionale, che parla di «storture della burocrazia». Ma l’Anpci è impegnata anche sull’altro fronte, quello teso a scongiurare per i Comuni la perdita di questi contributi per le annualità 2020-2021. E in tal senso sembra essersi aperta una strada, su cui l’associazione ripone fiducia: quella dell’integrazione della documentazione.

IL PRESIDENTE
«Il ministero - spiega Biglio - anziché applicare puntigliosamente e rigorosamente un’astratta norma, forse meglio avrebbe fatto a utilizzare il buonsenso rendendosi conto che non è auspicabile in un Paese democratico che lo Stato danneggi se stesso negando contributi attesi da anni dai Comuni». Per l’associazione si tratta di «mezzo miliardo di investimenti vitali per i Comuni e l’economia».

La questione, a quanto pare, riporta in primo piano il capitolo della burocrazia, in questi anni al centro di dibattiti per le lungaggini, e della semplificazione, invocata da più parti. Non solo, però. Emerge, infatti, un altro nodo: quello che vede gli enti locali alle prese con una dotazione organica sempre più in sofferenza. Ed è questo uno dei passaggi di Biglio: «Non si possono punire i piccoli Comuni colpevoli solo di avere carenza di personale e di non riuscire, quindi, a rispettare alla perfezione le tante scadenze. Non si possono mettere in crisi quattromila Comuni con una pec». L’Anpci ha sottolineato di aver chiesto «più volte proroghe per consentire ai Comuni di poter assolvere il proprio compito» e ora auspica che il ministero vada incontro alle esigenze avanzate per risolvere la questione. «Se verrà, come auspicato, inviata la comunicazione corretta con la richiesta di integrazioni, sarà una soluzione accettabile» conclude Biglio. E per questo l’Anpci chiede «un tempo ragionevole e congruo».

I COMUNI
Nell’elenco con i progetti a rischio e relativi fondi preso in esame dall’Anpci, per la Ciociaria compaiono: Acquafondata (150mila euro), Alatri (130mila), Alvito (100mila), Arce (210mila), Ausonia (150mila), Cassino (390mila), Ceccano (130mila), Collepardo (100mila), Coreno Ausonio (50mila), Paliano (210mila), San Biagio (100mila euro), San Donato Val di Comino (150mila), Sant’Elia Fiumerapido (140mila), Serrone (100mila), Sora (260mila), Torrice (100mila), Vallecorsa (150mila), Veroli (260mila), Villa Latina (150mila), Viticuso (150mila).

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