Alla fine ha deciso di rivolgersi al presidente del Tribunale di Frosinone. Non si è voluto arrendere Germano Grossi incappato in una situazione davvero singolare che ha voluto descrivere nella lettera indirizzata al magistrato. Tutto ruota attorno ad una multa per divieto di sosta che si è trasformata in un caso giudiziario.
«Ad aprile di quest'anno ricevo una notifica con ingiunzione di pagamento dall'Ica che è una società di riscossione per il Comune di Frosinone - scrive - Una multa per divieto di sosta che mi sarebbe stata notificata nel 2016. Sette anni dopo perché il Covid ha prolungato di due anni i tempi di prescrizione. Una piccola multa, un importo che da una quarantina di euro si è gonfiato fino a 231 euro. Ho sempre pagato le mie multe entro i 5 giorni canonici se non altro per usufruire della riduzione prevista dalla legge. Non trovando tra le mie carte traccia di questa multa, né pagata, né non pagata, mi reco dai vigili urbani di Frosinone per vedere questa notifica e scopro che sulla notifica non c'è la mia, ma una firma palesemente falsa. Faccio ricorso al Giudice di Pace pagando i regolamentari 43 euro, il 15 giugno vado all'udienza, io da solo contro due avvocati, uno dell'Ica, l'altro del Comune di Frosinone. Il giudice ascolta con attenzione le mie ragioni, e mi dice che la decisione mi verrà comunicata. A settembre mi arriva il sollecito di pagamento dall'Ica. Comunico che sono in attesa della decisione della Giudice di Pace, ma l'Ica mi risponde che la decisione c'è ed è, guarda un po', di rigetto del mio ricorso. E per di più, mi sembra di aver capito che per un eventuale ricorso i termini sarebbero scaduti».
Altra anomalia che il pensionato, già imprenditore di Frosinone, segnala è la mancata comunicazione della decisione del Giudice di Pace, che invece la Ica avrebbe ricevuto regolarmente. « È chiaro che non avevo speranza contro non uno ma ben due avvocati.
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