Fca-Stellantis, a Cassino dopo lo stop si riparte il 10 gennaio: entro giugno la produzione del Suv Grecale

Entro giugno 2022 dovrebbe iniziare la produzione e la commercializzazione del suv Grecale di Maserati
di Domenico Tortolano
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Venerdì 24 Dicembre 2021, 08:55 - Ultimo aggiornamento: 25 Dicembre, 11:29

La produzione nello stabilimento di Cassino di Fca Stellantis sospesa il 17 dicembre scorso riprenderà il 10 gennaio. Infatti ieri l’azienda ha comunicato il rientro alle attività lavorative. Dal 5 al 7 gennaio (in maniera crescente) avviamento degli impianti di Lastratura e Verniciatura. Poi il 10 gennaio rientro al Montaggio e suoi collegati.

I reparti che lavorano per altri stabilimenti rientrano tutti il 10 gennaio.

Insomma sarà comandato il personale a seconda delle esigenze tecnico-organizzative nei reparti interessati al rientro anticipato. Ma sulla produzione incombe il rischio delle forniture dei microprocessori prodotti in Corea del sud, il maggior produttore insieme a Taiwan. In questi ultimi mesi si è lavorato a singhiozzo per la mancanza di questi componenti.

Nel 2021 sono stati in tutto 96 i giorni di senza lavoro per cassa integrazione e contratti di solidarietà, mentre nel 2020 furono 102, ma anche per il Covid. Per i sindacati il 2022 riparte tra mille incognite in attesa del primo marzo quando i vertici di Stellantis illustreranno il nuovo piano aziendale con l’assegnazione delle nuove produzioni ai vari stabilimenti.

E a Cassino c’è attesa per i nuovi modelli. Secondo le previsioni sono previste due vetture elettriche targate Alfa Romeo da fine 2023. Ed entro giugno 2022 dovrebbe iniziare la produzione e la commercializzazione del suv Grecale di Maserati. Una grossa novità per lo stabilimento Stellantis di Cassino produrre vetture premium come il Grecale del Tridente oltre ai due modelli del Biscione.


I SINDACATI
«Solo che sono tutti costosi», dice il segretario di Fiom Cgil Donato Gatti il quale ribadisce: «Questi tre modelli premium vanno bene ma accanto bisogna produrre anche modelli familiari come era prima per assicurare la piena occupazione del personale e quindi saturare lo stabilimento. Altrimenti andremo avanti sempre con la cassa integrazione che da anni riduce drasticamente le buste paga di lavoratori e famiglie».

E sulla situazione del settore intervengono con una nota Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive, e Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil. «L’assenza di misure di sostegno all’industria in transizione dell’automotive e all’acquisto di veicoli a basse e zero emissioni nella legge di Bilancio - dichiarano - è l’ennesimo segnale negativo che il Governo ha scelto di abbandonare il settore nel momento più critico. Senza interventi strutturali di sostegno alla domanda, come in tutta Europa, in particolare alle famiglie e ai cittadini a basso reddito, ci chiediamo come pensa il Governo di avviare la transizione tecnologica e di rilanciare un settore in profonda crisi e cambiamento».

E aggiungono: «Si sta perdendo l’ennesima, se non l’ultima, possibilità di rilanciare il settore, promuovendo una mobilità sostenibile, rinnovando le flotte pubbliche e private con veicoli ecologici prodotti nei nostri stabilimenti. Siamo l’unico Paese europeo che non ha un piano di politica industriale e incentivi per il rinnovo del parco circolante, che favorisca per i cittadini, a basso reddito e con auto ad alte emissioni inquinanti, l’accesso a nuovi veicoli».

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