Piscina comunale chiusa, ancora nessuno spiraglio e venti lavoratori a casa senza stipendio. Durante lo scorso consiglio comunale, ad Alatri, tra gli altri argomenti, si è votato l'ordine del giorno presentato dalle minoranze per la riapertura dell'impianto, chiuso a causa dell'aumento dei costi energetici. L'atto di indirizzo delle minoranze chiedeva alcuni interventi economici da attuarsi con la massima celerità ma non ha trovato concorde la maggioranza sia perché, gravate dal piano di riequilibrio pluriennale, le casse dell'ente non permettono stanziamenti ad hoc, sia perché non è così chiaro se si possa considerare un servizio essenziale', visto che è gestito da un concessionario privato. Comunque rimane in piedi l'accordo fatto tra l'amministrazione Cianfrocca e i titolari della concessione, per un monitoraggio mensile sulla base del quale decidere di volta in volta il da farsi.
L'unica strada verosimile sarebbe quella di trovare stanziamenti statali o regionali come fatto in altre realtà per poter sostenere i costi di gestione almeno per un periodo transitorio. Ad oggi, tuttavia, non solo la città e l'intero comprensorio rimane sfornita di un servizio divenuto davvero centrale nel mondo sportivo territoriale, che serviva migliaia di persone al mese, ma soprattutto, ci sono ben venti lavoratori, tra soci, dipendenti e collaboratori della cooperativa che sono in aspettativa non remunerata e che non sanno come mandare avanti le proprie famiglie.
In questo caso, infatti, non è applicabile neanche la cassa integrazione e il Fis, fondo d'integrazione salariale usato durante la pandemia, non è stato rifinanziato per l'attuale emergenza energetica.
IL PROJECT FINANCING
C'è da ricordare, poi, che da qualche anno una cordata capitanata dal consorzio Parsifal sta lavorando ad un progetto di finanza a lungo termine che ha necessitato di un ricalcolo, ancora in corso, del piano economico finanziario.