Ladro ucciso dal tabaccaio: la banda collegata via radio. A gennaio l'esame del Ris su armi e vestiti

Ladro ucciso dal tabaccaio: la banda collegata via radio. A gennaio l'esame del Ris su armi e vestiti
di Vincenzo Caramadre
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Mercoledì 22 Dicembre 2021, 09:16 - Ultimo aggiornamento: 15:26

La banda che a fine ottobre scorso ha fatto irruzione nella villetta del tabaccaio a Santopadre era composta da professionisti. I mabri che la costituivano hanno agito indossando guanti in lattice ed erano in costante contatto con delle piccolissime ricetrasmittenti auricolari. Ora proprio questi apparecchi elettronici potrebbero segnare la svolta nelle indagini per individuare i complici del malvivente.

La Procura poche ore dopo il fatto, come atto dovuto e dopo accertamenti diretti in prima persone dal magistrato che segue il caso, la dottoressa Marina Marra della Procura di Cassino, ha iscritto nel registro degli indagati per eccesso di legittima difesa il proprietario di caso, Sandro Fiorelli 59 anni, tabaccaio del posto.

Ora saranno i carabinieri del Ris di Roma, che stanno collaborando con i colleghi del comando provinciale e con la compagnia di Sora, ha chiarire ogni aspetto.

Sono fissati per la mattina dell’11 gennaio prossimo gli accertamenti tecnici, anche non ripetibili, di natura biologica, dattiloscopica e balistica su tutti gli oggetti repertati. Ciò vuol dire sul fucile automatico calibro 12 del tabaccaio, la pistola, la riproduzione di una 7,65, sequestrata vicino al corpo dell’albanese di 38 anni, Xheleshi Arber senza fissa dimora in Italia, e gli indumenti. In esame anche un micro apparecchio con il quale era in collegamento la banda.  Alle operazioni, considerato che sono in programma anche accertamento tecnici non ripetibili, è stata convocata anche la difesa dell’indagato, rappresentata dall’avvocato Sandro De Gasperis.

La Procura non cambia linea, tutti gli atti d’indagine posti in essere fino a questo momento, hanno escluso ogni responsabilità diretta del padrone di casa, da qui l’ipotesi di legittima difesa, con eccesso, ma non quella di omicidio. Il racconto della vittima del furto è sempre stato coerente e riscontrato. L’uomo ha raccontato di aver sorpreso la banda in casa e di essersi vista, nel vialetto di casa, la pistola (poi risultata giocattolo) puntata contro e di aver premuto il grilletto del fucile calibro 12 per uso caccia, solo per difendersi.

L’autopsia ha confermato la versione, perché sotto l’ascella destra e l’avambraccio del romeno, sono stati trovati segni di pallini che possono aver provocato le ferite solo se il braccio era alzato al momento dell’esplosione del colpo da parte del tabaccaio. Il 59enne non ha sparato alle spalle.

Le indagini, vanno avanti come specificato più volte dagli inquirenti, su due fronti: gli accertamenti di natura scientifica sulla dinamica del fatto e sulla ricerca dei componenti della banda. Su questo aspetto c’è massimo riserbo. 

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