La denuncia dello stato di degrado in cui versa l’antico itinerario che in particolare dalla Francia portava al Sud Europa, anche a Roma, seguito anche dai fedeli che poi via mare raggiungevano la Terra Santa, arriva dall’ambientalista Marcello Gelfusa, che lancia l’allarme nella speranza che quel sentiero torni a splendere nella sua bellezza.
«Il più famoso è quello di San Thiago de Compostela e sull’onda di quello spagnolo anche in Italia sono sorti un po’ ovunque i cammini - scrive in una nota Gelfusa -. Coloro che amano percorrere chilometri immersi nella natura, lontano da traffico, inquinamento e rumore, hanno visto con soddisfazione prendere sempre più piede l’idea di ripristinare vecchie stradine sterrate e angusti sentieri da tempo inutilizzati per la viabilità ordinaria. Attraverso il taglio dei rovi e della vegetazione, il ripristino del fondo stradale e un’adeguata segnaletica per evitare di smarrirsi, le antiche vie soppiantate anni addietro sull’altare di un’esistenza maggiormente comoda e veloce sono state riscoperte e riattrezzate per consentire di vivere momenti di svago e diletto a sfondo sportivo-turistico».
Poi Gelfusa, documentando la situazione attuale che ha voluto portare alla luce a mo’ di sensibilizzazione, aggiunge: «Pure in provincia di Frosinone esiste qualche cammino. Il principale è quello della via Francigena, che attraversa il territorio ciociaro da Nord a Sud. Uno dei tratti particolarmente suggestivo dovrebbe essere quello che per una decina di chilometri fiancheggia il lago di San Giovanni Incarico e il bosco di Isoletta d’Arce. Attualmente, però, - sottolinea con rammarico - questa parte del tragitto della via Francigena è divenuta una vera e propria discarica a cielo aperto. A certificarlo sono i cumuli di rifiuti scaricati lungo la via “turistica”: frigoriferi, televisori, monitor e stampanti per computer, resti di materiale edile, lastre per coperture e serbatoi in eternit, pannelli in cartongesso, residui di lavorazione di tapparelle in plastica, buste piene di bottiglie di vetro, paraurti, rivestimenti interni e copertoni di automobili. Ci sono persino un tappeto persiano, il vello di una pecora e un water».
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