Massacrata di botte, a calci e pugni, e poi colpita con almeno quattro coltellate tra l'addome e il volto. Il colpo fatale Yirelis Pena Santana, 34 anni, della Repubblica dominicana, assassinata nella notte tra venerdì e sabato a Cassino, lo ha ricevuto ad un polmone. Una coltellata violenta che le ha trafitto l'organo vitale e tolto, nel giro di qualche minuto, il respiro fino alla morte. A tracciare gli ultimi minuti di vita e la drammatica sequenza dell'orrore è stato l'esame autoptico che c'è stato lunedì pomeriggio all'obitorio dell'ospedale Santa Scolastica da parte del medico-legale Fabio De Giorgio (dirigente del dipartimento Medicina Legale del Gemelli di Roma). Tre ore circa per chiarire, sul piano medico-legale, ogni aspetto. Al termine dell'esame gli investigatori hanno parlato, sommariamente, di «delitto avvenuto con brutale violenza», perché la relazione completa arriverà al magistrato nel giro di un mese.
I COLPI
Ad aggredire con ferocia la donna e a sferrarle quelle coltellate sarebbe stato Sandro Di Carlo, 26enne di Cassino, arrestato domenica notte con l'accusa di omicidio. Agli agenti della squadra mobile sono bastate poco più di 36 ore per individuarlo. La svolta domenica pomeriggio, appena 24 ore dopo il ritrovamento del corpo, quando la scientifica ha isolato, all'interno dell'appartamento teatro dell'omicidio, un'impronta insanguinata e arrivando, tramite la banca dati Afis (il sistema automatizzato di identificazione delle impronte), al giovane perché era già stato "schedato" dopo un episodio di resistenza a pubblico ufficiale.Lunedì pomeriggio, è stato interrogato dal Gip del tribunale di Cassino, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. Cosa ha fatto scattare la follia omicida? Quel è stato il movente? A chiarirlo potrebbe essere lo stesso 26enne, per il momento la squadra mobile - diretta da Flavio Genovesi - ha inquadrato, procedendo per esclusione, il movente nella pista di tipo sessuale. La donna da qualche mese era arrivata da Genova, dove viveva con la sua famiglia, e si era sistemata per incontri privati nell'appartamento a due passi dal centro di Cassino e qui avrebbe ricevuto il suo aguzzino. Tra la vittima e il presunto assassino, infatti, ci sarebbero stati contatti telefonici prima dell'omicidio, per questo s'ipotizza che l'aggressione sia avvenuta o per una prestazione sessuale negata oppure per qualche richiesta particolare che l'uomo avrebbe fatto alla 34enne durante l'incontro. Gli investigatori escludono la rapina perché nell'appartamento sono stati trovati contanti ed escludono anche che sia stato il protettore della dominicana. Ecco perché non resterebbe che la pista sessuale. Ma per ora resta un'ipotesi.
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