L'eterna riforma delle Comunità Montane, abolizione infinita a caro prezzo

L'eterna riforma delle Comunità Montane, abolizione infinita a caro prezzo
di Pierfederico Pernarella
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Giovedì 26 Dicembre 2019, 16:47
È da una decina di anni che si parla dell'abolizione delle Comunità Montane, ma il processo di riordino è andato per le lunghe. E ad oggi non è ancora concluso. Prima sono stati ridotti gli assessori (2008), poi agli stessi sono state azzerate le indennità (2010), infine, in base ad una legge regionale del 2016, dovevano trasformarsi in unioni di comuni montani. Ma anche i tempi per questa riconversione sembrano essere infiniti.

L'iter per messa in liquidazione necessaria per la riconversione, infatti, è iniziato solo l'estate scorsa e nemmeno tutti questi mesi sono stati sufficienti per attuare un passaggio all'apparenza semplice: nominare i commissari e sub commissari liquidatori, che dovrebbero essere individuati nelle persone degli attuali presidenti e vice presidenti. Le commissioni del Consiglio regionale avrebbero dovuto esprimere un parere hanno preferito non pronunciarsi e facendo tornare la palla delle nomine nelle mani della giunta. Quindi si continua ad attendere, ma a che prezzo?
In questo lungo periodo di limbo le Comunità Montane, pur svuotate di fatto delle loro funzioni, hanno continuato a rappresentare un costo.

I COSTI
Dal 2013 ad oggi la Regione Lazio ha erogato a favore dei sei enti presenti nella provincia di Frosinone - Monti Ernici (XII), Valle di Comino (XIV), Valle del Liri (XV), Grandi Monti Ausoni (XVI), L'Arco degli Aurunci (XIX), Monti Lepini Ausoni e Vailiva (XXI) - circa 23,3 milioni di euro, ma poco meno della metà delle risorse è servita soltanto a coprire le spese di funzionamento. Negli ultimi due anni anzi, ci sono state quasi solo queste, perché le erogazioni delle risorse per opere e servizi si fermano al 2017 e si riferiscono agli anni precedenti.
Circostanza precisata dallo stesso direttore degli Affari Generali della Regione Lazio, Alessandro Bacci, che in risposta ad un quesito sulla XVI Comunità Montana degli Ausoni scrive: «Le risorse assegnate alle Comunità Montane sono riconducibili al soddisfacimento delle spese del personale e parzialmente alle spese generali e di gestione».
Nel frattempo in qualche caso, come ad ed esempio quella della Valle del Liri, guidata dal presidente Gianluca Quadrini, le spese di funzionamento sono aumentate: l'ultima erogazione della Regione, risale allo scorso maggio, per circa 650mila euro, 100mila euro in più rispetto agli anni precedenti. L'ente ha potuto godere anche di un finanziamento di 9mila euro per la comunicazione.

L'ULTIMO ATTO
Ora si attende la messa in liquidazione, ma anche questo atto finale comporterà ulteriori costi: ai commissari e sub commissari verrà corrisposta un'indennità mensile pari rispettivamente al 20 e 10 per cento delle retribuzioni dei consiglieri regionali, circa 1.520 e 760 euro al mese.
Una domanda, però, è più che lecita: se per avviare la messa in liquidazione delle Comunità Montane non sono bastati due anni, quanto ci vorrà per chiudere la stessa? Nel frattempo però si pone la questione della sovrapposizione con le Unioni dei Comuni.
Già con la legge del 2008, con cui era stato ridotto il numero degli assessori, era previsto che i Comuni che facevano parte di una Unione dei Comuni non potevano restare in una Comunità Montana.
Una prescrizione snobbata dalla maggior parte dei Comuni interessati, che continuano a stare sia nelle Comunità Montane sia in una delle 11 Unione dei Comuni presenti in provincia di Frosinone. Enti ai quali, dal 2013 ad oggi, la Regione Lazio ha erogato fondi, in parte anche di provenienza statale, per oltre 3 milioni di euro per l'espletamento delle loro funzioni.
 
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