Incendio nel deposito di rifiuti a Frosinone, l'Arpa: «Valori di diossina entro i limiti»

Incendio nel deposito di rifiuti a Frosinone, l'Arpa: «Valori di diossina entro i limiti»
di Pierfederico Pernarella
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Martedì 25 Giugno 2019, 15:27 - Ultimo aggiornamento: 15:34
Diossina entro i limiti di legge. Lo comunica l'Arpa in relazione all'incendio di domenica nel deposito di rifiuti della Mecoris rendendo noti i risultati delle analisi dei campionamenti eseguiti in prossimità dell'area interessata dal rogo per rilevare la presenza presenza in aria di sostanze inquinanti come idrocarburi policiclici aromatici (IPA), PCB e diossine. Per ora sono arrivati soltanto i risultati delle diossine che appunto, tra domenica e lunedì, presentano valori al di sotto del rischio di tossicità. 

«Per quanto riguarda le diossine - scrive l'Arpa - non esiste un riferimento normativo in aria ambiente. Concentrazioni di tossicità equivalente (TEQ) in ambiente urbano di diossine e furani sono stimati (dati World Health Organization WHO nel documento Guidelines for Europe 2000) pari a circa 0,1 pg/m3 , anche se è elevata la variabilità da zona a zona, mentre concentrazioni in aria di 0,3 pg/m3 o superiore sono indicazioni per fonti di emissione localizzate».

Il valore del primo campione (23-24 giugno)  riguardante l'area dell'incendio alla Mecoris, comunica l'Arpa,  è inferiore al valore di riferimento di 0,3 pg/m3 individuato dall’OMS come indicativo della presenza di sorgenti.

L'agenzia fornisce anche i dati relativi ad altri incendi per interpretare meglio i dati: «Al fine di fornire ulteriori elementi di valutazione si segnala che in prossimità dell’incendio Eco X (Via Pontina Vecchia, Pomezia) nel 2017 i valori massimi di diossine misurate sono stati paria a 77.5 pg/m3 e quelli massimi rilevati presso l’impianto durante l’incendio del TMB (via Salaria, Roma) nel 2019 pari a 11.9 pg/m3». 

Resta in vigore la sospensione entro il raggio di km 2 da via delle Centurie, fino al 9 luglio, della raccolta e del consumo di frutta e ortaggi, dell'attingimento idrico a fini alimentari da vasche e pozzi non protetti, il divieto di pascolo.

Intanto proseguono le indagini. Si procederà alla rimozione del materiale parzialmente bruciato. Solo successivamente si passerà ad individuare la cause del rogo. Secondo quanto riferito dal presidente della Mecoris, l'ex consigliere comunale Domenico Spaziani Testa, presente nel deposito quando è scoppiato l'incendio, tutto sarebbe partito da un cortocircuito a un muletto. «È ancora presto per dire con certezza quale sia stata l'origine delle fiamme - spiegano dai vigili del fuoco - Sarà necessario confrontare le testimonianze con l'analisi dei segni di fuoco».


Il capannone è stato posto sequestro. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Rossella Ricca, sono state affidate ai carabinieri forestali e alla Squadra Mobile. Oltre alla natura del rogo, sono altri gli aspetti da verificare. Innanzitutto la tipologia di rifiuti stoccati all'interno del deposito. Sempre il presidente della Mecoris Spaziani Testa ha dichiarato che nelle balle andate in fiamme ci fossero carta e cartone, e in parte minore da plastica. Quindi rifiuti non pericolosi. La società, stando ad un'autorizzazione rilasciata dalla Provincia nel 2016, può trattare anche rifiuti pericolosi. Questi in particolare: toner esauriti, olii e lubrificanti, componenti di elettrodomestici, tubi fluorescenti e contenenti mercurio, batterie al piombo esaurite. Il presidente della società ha assicurato in maniera categorica che nel deposito al momento dell'incendio non erano presenti rifiuti pericolosi. Gli investigatori lo stanno accertando.
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