Minacce con il taglierino al proprietario del bar di Arpino distrutto da un rogo, l'aggressione ripresa con un telefonino

Minacce con il taglierino al proprietario del bar di Arpino distrutto da un rogo, l'aggressione ripresa con un telefonino
di Roberta Pugliesi
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Martedì 12 Gennaio 2021, 10:01 - Ultimo aggiornamento: 21:36

Arrestato dopo aver aggredito alcuni poliziotti, ma è anche uno dei principali sospettati dell’incendio che nella notte tra sabato e domenica ha distrutto il capannone del bar “Scarpace”, in zona Scaffa, Arpino. Si tratta si Stefano Capuano, 30 anni. Nei guai anche tre suoi familiari - il fratello, la fidanzata ed il suocero - che hanno partecipato alla colluttazione. Tutti e quattro dovranno rispondere di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

I fatti sono avvenuti nel pomeriggio di domenica ad Arpino, poche ore dopo il rogo che nella notte aveva devastato il capannone adiacente il bar Scarpace in zona Scaffa. Secondo la ricostruzione fornita dagli inquirenti e che trova riscontro in un video registrato con un telefonino, domenica pomeriggio Capuano si è recato davanti al bar dove si trovava il proprietario con alcuni amici brandendo un taglierino e minacciando il titolare.

Sono stati i minuti di tensione e di paura. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito e Capuano si è allontanato a bordo della sua vettura.

Dopo questo episodio, il titolare del bar, anche lui di Arpino, ha richiesto l’intervento della polizia di Stato di Sora che ha avviato immediatamente le indagini riuscendo in pochissimo tempo ad identificare l’aggressore, che potrebbe essere anche il presunto autore dell’incendio.

I poliziotti si sono recati presso l’abitazione di Capuano il quale, alla vista degli agenti, ha iniziato a dare in escandescenza, aggredendoli sia verbalmente ma anche con calci e pugni.

A dargli manforte anche suo fratello, la compagna ed il suocero che hanno tentato di impedire lo svolgimento dell’attività di Polizia. Gli agenti, senza non poche difficoltà ed aiutati anche da un’altra pattuglia intervenuta in soccorso, sono riusciti a contenere i quattro ed a bloccarli. Il trentenne è stato arrestato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, mentre gli altri tre sono stati denunciati per lo stesso reato.

Gli agenti hanno dovuto fare ricorso alle cure del pronto soccorso dell’ospedale di Sora.

E oggi martedì 12 gennaio presso il Tribunale di Cassino si è tenuta la direttissima, al termine della quale il giudice per le indagini preliminari ha deciso la sola misura cautelare dell’obbligo di firma. Il pubblico ministero, Mattei, aveva chiesto invece la conferma della misura dei domiciliari. Ha voluto parlare Capuano, dire la sua.  In aula non ha negato l'aggressione, ma ha fornito la sua motivazione. «Sono stato accusato ingiustamente di una cosa che non ho fatto - avrebbe detto al giudice - e per questo sono andato su tutte le furie. Tra di noi non corre buon sangue ma non sono stato io a mettere fuoco al bar», più o meno queste le parole pronunciate nell’aula di tribunale. 

Come detto, l’intervento è scaturito a seguito di una denuncia sporta dal titolare del bar che ha riferito, per l’appunto, di essere stato minacciato con un taglierino (come emerge dal video registrato con il cellulare) ma ha anche avanzato sospetti - per non dire la certezza - nei confronti di Capuano per quanto concerne l’incendio al suo capannone: «Con non poca fatica avevamo sistemato il locale per l’imminente riapertura. Erano già tre giorni che Capuano veniva al bar a dare fastidio. Tra noi non correva buon sangue per vecchi rancori», ha detto il titolare del bar.

I danni sono ingenti: «Oltre 150 metri quadrati di capannone sono stati ridotti in cenere - prosegue il commerciante - All’interno c’erano tutti gli arredi, le slot-machine, le macchine per giocare a freccette, 100 sedie, 20 tavoli, cinque condizionatori e frigoriferi e inoltre c’erano anche tre bombole del gas che se fossero esplose avrebbero potuto provocare una tragedia. Il danno ammonta a circa 100 mila euro. Io sono sicuro della matrice dolosa: tutto il capannone era bagnato poiché nelle ore precedenti aveva piovuto e c’era anche tanta acqua a terra. Ed aggiungo che ho notato i segni di una fiammata a terra, il che mi fa pensare che era stato buttato del combustibile a terra per generare l’incendio. Ma queste sono mie teorie».

Spetterà agli agenti del commissariato, coordinati dal vice questore aggiunto Paolo Gennaccaro, fare luce su quanto accaduto e chiarire se ad aver appiccato il fuoco al bar Scarpace sia stato Capuano o meno. Gli inquirenti attendono la relazione tecnica dal comando dei vigili del fuoco che chiarirà anche se matrice sia dolosa oppure accidentale.

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