Il racconto dell'immigrato picchiato: «Mi hanno urlato "sporco negro", poi le botte»

Il racconto dell'immigrato picchiato: «Mi hanno urlato "sporco negro", poi le botte»
di Marina Mingarelli
3 Minuti di Lettura
Giovedì 6 Gennaio 2022, 08:37 - Ultimo aggiornamento: 14:22

«Sono stato picchiato soltanto perché ho la pelle nera».  Patrick ( il nome è di fantasia), 20 anni, originario della Guinea, è ancora scosso. Il 22  dicembre scorso, mentre percorreva una strada del centro di Ferentino (Frosinone), è stato picchiato da un gruppo di sei persone.

Gli autori dell'aggressione sono stati individuati e denunciati dai carabinieri. Si tratta di un 57enne, due  22enni, un 20enne, un 28enne e un 19enne.  Sono tutti incensurati ad eccezione del più giovane già noto alle forze dell'ordine per reati contro la persona. Tutti e sei sono  ritenuti responsabili in concorso tra loro  del reato di lesioni personali aggravate. Ad uno dei giovani partecipanti all'aggressione  è stata contestata l'aggravante della discriminazione razziale perché sarebbe stato lui a pronunciare le offese xenofobe all'indirizzo dell'immigrato.

«Stavo passeggiando  sotto i portici di piazza Matteotti in compagnia di un amico - racconta  giovane - quando  all'improvviso è spuntato un gruppo  di persone.

Uno  di questi mi ha chiamato sporco negro, gli altri continuavano a dirmi che  me ne dovevo andare  perché  quelli come me   nella loro terra non ci dovevano stare e dovevano  ritornare  nella propria nazione». Dopo le offese sono partite le botte: calci e pugni su diverse parti del corpo.

Il giovane, dopo  l'aggressione,  ha dovuto  ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso dell'ospedale San Benedetto di Alatri. I sanitari  hanno stilato una prognosi di cinque giorni.  Grazie alla sua corporatura  robusta  è riuscito a sopportare  numerosi pugni e calci  che  il branco  gli ha sferrato su tutto il corpo.  Per fortuna qualcuno ha udito le  grida del ragazzo  ed ha allertato  i carabinieri.  Nel frattempo, prima dell'intervento dei militari dell'Arma, c'è stato il fuggi fuggi.

Il ventenne  aggredito vive già da diversi anni nella città gigliata  e mai prima d'ora  era stato vittima di comportamenti  razzisti. «Mi guadagno da vivere  facendo il lavoro di muratore e  sono in  regola  con tutte  le  disposizioni   di legge.   Al momento  sono in attesa che  venga accolta  la  mia richiesta di asilo politico», racconta Patrick, il quale dopo l'aggressione si è rivolto all'avvocato Antonio Ceccani  che adesso sta seguendo legalmente la sua  vicenda. 

Gli autori dell'aggressione sono stati identificati grazie ai fotogrammi  estrapolati dall'impianto di videosorveglianza  installato  proprio a pochi passi da dove è avvenuta l'aggressione  i militari sono riusciti ad  identificare.

Nei confronti di  tutti i componenti del gruppo, oltre alla denuncia, i carabinieri hanno anche chiesto l'adozione del Daspo Urbano, una misura introdotta nel codice penale nel 2017 e comporta l'allontanamento  del soggetto che commette  la condotta molesta.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA