«Sono stato picchiato soltanto perché ho la pelle nera». Patrick ( il nome è di fantasia), 20 anni, originario della Guinea, è ancora scosso. Il 22 dicembre scorso, mentre percorreva una strada del centro di Ferentino (Frosinone), è stato picchiato da un gruppo di sei persone.
Gli autori dell'aggressione sono stati individuati e denunciati dai carabinieri. Si tratta di un 57enne, due 22enni, un 20enne, un 28enne e un 19enne. Sono tutti incensurati ad eccezione del più giovane già noto alle forze dell'ordine per reati contro la persona. Tutti e sei sono ritenuti responsabili in concorso tra loro del reato di lesioni personali aggravate. Ad uno dei giovani partecipanti all'aggressione è stata contestata l'aggravante della discriminazione razziale perché sarebbe stato lui a pronunciare le offese xenofobe all'indirizzo dell'immigrato.
«Stavo passeggiando sotto i portici di piazza Matteotti in compagnia di un amico - racconta giovane - quando all'improvviso è spuntato un gruppo di persone.
Il giovane, dopo l'aggressione, ha dovuto ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso dell'ospedale San Benedetto di Alatri. I sanitari hanno stilato una prognosi di cinque giorni. Grazie alla sua corporatura robusta è riuscito a sopportare numerosi pugni e calci che il branco gli ha sferrato su tutto il corpo. Per fortuna qualcuno ha udito le grida del ragazzo ed ha allertato i carabinieri. Nel frattempo, prima dell'intervento dei militari dell'Arma, c'è stato il fuggi fuggi.
Il ventenne aggredito vive già da diversi anni nella città gigliata e mai prima d'ora era stato vittima di comportamenti razzisti. «Mi guadagno da vivere facendo il lavoro di muratore e sono in regola con tutte le disposizioni di legge. Al momento sono in attesa che venga accolta la mia richiesta di asilo politico», racconta Patrick, il quale dopo l'aggressione si è rivolto all'avvocato Antonio Ceccani che adesso sta seguendo legalmente la sua vicenda.
Gli autori dell'aggressione sono stati identificati grazie ai fotogrammi estrapolati dall'impianto di videosorveglianza installato proprio a pochi passi da dove è avvenuta l'aggressione i militari sono riusciti ad identificare.
Nei confronti di tutti i componenti del gruppo, oltre alla denuncia, i carabinieri hanno anche chiesto l'adozione del Daspo Urbano, una misura introdotta nel codice penale nel 2017 e comporta l'allontanamento del soggetto che commette la condotta molesta.