L'ultimo saluto al carabiniere morto, il ricordo dei colleghi: «Sempre in prima linea per aiutare gli altri»

L'ultimo saluto al carabiniere morto, il ricordo dei colleghi: «Sempre in prima linea per aiutare gli altri»
di Emilano Papillo
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Martedì 20 Aprile 2021, 06:00

«Un grande servitore dello Stato e della Patria. Un esempio per l’Arma. Un uomo sempre in prima fila quando si trattava di aiutare gli altri». I colleghi del Comando provinciale, in una lettera indirizzata alla famiglia, hanno voluto ricordare così Massimo Paris, 57 anni, comandante dal 2017 della stazione di Guarcino, ucciso dal Covid. È stato questo uno dei momenti più toccanti dei funerali che ieri pomeriggio si sono svolti nella chiesa Santa Maria Maggiore di Ferentino.

Tra i tanti a dare l’ultimo saluto a Paris anche il generale di Divisione Legione Lazio, Marco Minnucci i sindaci di Ferentino, Guarcino, e dei altri comuni del Nord della Ciociaria.

La bara è stata attesa con il picchetto d’onore dell’Arma. Sul feretro il cappello da carabiniere e la sua foto sorridente, come era il suo modo di essere.

Paris si era arruolato nell’Arma 38 anni fa, dopo il diploma di scuola superiore. Destinato alla prima alla Stazione di Corsico in provincia di Milano, aveva vinto nel 1990 il concorso per sottufficiali svolgendo servizio a Frattamaggiore, Roma Tor Tre Teste, al Nucleo Operativo Roma Casilina e poi Veroli e Guarcino. Ma aveva sempre Ferentino nel cuore.

Nella città ernica era nato ed aveva vissuto prima di trasferirsi a Guarcino. Era sposato con Linda dalla quale aveva avuto due figli, Pierluigi e Francesca che avevano deciso di restare a Ferentino. A Guarcino vive ancora la mamma nella casa di famiglia in località Granillo non lontano dalla stazione di Ferentino nell’area chiamata la Pratina. Massimo era amato e ben voluto da tutti.

Da giovane aveva la passione per la moto, poi una volta arruolatosi, non aveva perso l’amore per la sua Ferentino. Aveva fondato insieme ad alcuni amici e faceva parte del direttivo del Comitato di zona al quale dava il suo contributo di idee ed attaccamento alla terra d’origine. In passato si era candidato al Consiglio comunale. Seguiva la politica, il calcio.

Paris ha fatto fino in fondo il suo dovere. A marzo il dolore per la scomparsa del collega della Stazione di Guarcino, Roberto Ceci, 52 anni, anche lui contagiato dal Covid e deceduto per un infarto.

In quelle settimane i carabinieri di Guarcino e gli agenti della polizia locale erano impegnati soprattutto nell’evitare code e assembramenti tra i tanti diretti nei week end nella stazione sciistica Campo Catino nonostante le piste fossero chiuse.

Durante l’omelia, il parroco don Giuseppe Principali, ha ricordato così il maresciallo Paris: «Una persona dal cuore grande e dall’animo buono, vicino ai cittadini. Amava molto stare in mezzo alla gente e non dispensava di dare consigli soprattutto ai più» giovani».

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