Frosinone, terza nel Lazio per i contagi sul lavoro. La Uil: «Quadro inquietante»

Frosinone, terza nel Lazio per i contagi sul lavoro. La Uil: «Quadro inquietante»
di Matteo Ferazzoli
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Giovedì 28 Gennaio 2021, 10:47

Sono state 471 le denunce di infortunio sul lavoro legate al Covid-19 nella Provincia di Frosinone in tutto il 2020. La Ciociaria è la terza nel Lazio, dopo Roma e Latina. È questo il quadro che fuoriesce dal dossier dell’Inail (Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro) pubblicato negli scorsi giorni che ha studiato la situazione legata al contagio da coronavirus nei posti di lavoro. «Lo scenario del nostro territorio - spiega Anita Tarquini, segretaria della Uil di Frosinone - è inquietante nell'ultimo trimestre».


I numeri
Dal quadro dell’Inail si rileva che in provincia di Frosinone, ad esser maggiormente colpite dal Covid sul luogo di lavoro sono state le donne, quasi 296, al cospetto degli uomini, 175. La fascia di età dei lavoratori maggiormente bersagliati dall’infezione da coronavirus sul lavoro è quella che va dai 50 ai 64 anni, con 208 casi. Subito dopo, c’è la fascia dai 35 ai 49 anni, con 168 infezioni. Tra gli under 34 sono state 83 le denunce per aver preso il Covid sul lavoro mentre sono state 12 quelle per gli over 64.


Dalle statistiche dell’Inail, si osserva anche che il mese più critico in cui c'è stato un incremento di infezioni da coronavirus sul posto di lavoro nei confini ciociari, come del resto in tutto il Lazio, è stato quello di novembre, seguito da ottobre e dicembre.


Come commenta anche la segretaria della Uil frusinate: «Se a fine ottobre erano 185 le denunce per infezione Covid, a fine novembre le stesse erano cresciute fino a 365, per poi sfondare ampiamente le 400 unità a fine dicembre. Praticamente stiamo parlando di 286 contagi certificati nell’ultimo trimestre, che sommati a quelli dei periodi precedenti corrispondono al 6,4 per cento di tutti quelli registrati nel Lazio».


I contagi sul lavoro legati al Covid, divenuti poi mortali, in Ciociaria sono stati 2. Come Latina. 23 a Roma, nessuna a Viterbo ed 1 a Rieti.


Le professioni

Come spiega la Tarquini: «infermieri, medici operatori socio sanitari e socio assistenziali sono state le professioni più colpite dal virus». Il dato regionale, infatti, dimostra come il 46,9% del totale regionale corrisponde a denunce arrivate all’Inail da persone impiegate nel settore dei tecnici della salute. Di queste, la stragrande maggioranza è legata alla professione di infermiere, poi fisioterapisti e tecnici di radiologia. Subito dopo, il 10,8% delle denunce proviene dai medici e il 9% da professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali.


L’analisi


«La nostra area si colloca al terzo posto per contagi accaduti sul posto di lavoro – riflette la Tarquini - dopo Roma con 5863 casi, Latina con 487 e prima di Viterbo, 316 casi e Rieti con 244 . Focalizzandoci per un attimo sulla zona a sud di Roma, notiamo come i territori del pontino e della Ciociaria da gennaio a dicembre abbiano insieme registrato 958 denunce, mentre quelli a nord della Capitale, ovvero la Tuscia e il reatino, 560 segnalazioni. È molto probabile – commenta- che questi numeri siano destinati a crescere per effetto del loro consolidamento».


La sindacalista, quindi aggiunge: «Va poi aggiunto che molte persone sfuggono alle statistiche ufficiali perché non assicurate Inail. Ma è fin troppo chiaro che in questo periodo di emergenza sanitaria lavoratori e lavoratrici stiano pagando un conto salatissimo. E questo deve spingere tutti noi del sindacato a chiedere al Governo il rispetto della salute e della sicurezza sul lavoro implementando le misure di tutela.

Serve quindi un salto culturale, che la Uil in tutte le sue articolazioni, vuole contribuire a realizzare per ridurre il più possibile i rischi che le persone si ammalino di lavoro e che di lavoro possano morire».

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