Telefonano all'ospedale di Frosinone per sapere come sta il padre malato di Covid. La risposta choc: «E' morto»

L'ospedale "Spaziani" di Frosinone
di Roberta Pugliesi
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Sabato 28 Novembre 2020, 07:00

Scoprono del tutto casualmente che il loro papà è deceduto. Se non avessero telefonato al centralino del reparto di Rianimazione ( così come facevano tutte le sere per avere notizie sulle sue condizioni di salute ) probabilmente la salma del loro congiunto sarebbe rimasta per altro tempo senza nome. Il triste episodio ha riguardato una famiglia di Isola Liri. Tutto è cominciato due settimane fa, quando l’uomo di 78 anni - F. F. queste le sue iniziali - era stato ricoverato all’ospedale di Frosinone dopo essere stato soccorso dagli operatori del 118 a seguito di una crisi respiratoria.

L’uomo - che aveva lievi patologie pregresse - era stato condotto in ospedale e, dopo tutti gli accertamenti, era stato sottoposto al primo tampone rapido che aveva evidenziato la positività al COVID-19. Il 78enne - in condizioni serie ma non gravi - è stato quindi trasferito nel reparto di Rianimazione poiché aveva difficoltà respiratorie.

Lì le sue condizioni si sono aggravate di giorno in giorno fino al decesso avvenuto intorno alle ore 17 di giovedì.

Nessuno dei familiari però è stato avvisato per motivi che non sono ancora chiari a nessuno: «Sembrava un giorno come tutti gli altri - si sfoga la nipote all’indomani dell’accaduto - ed attendevamo le 18:30 per telefonare in reparto, così come facevamo ogni giorno per conoscere le condizioni di nostro zio. Eravamo coscienti che non stesse bene ma nulla faceva presagire quello che sarebbe successo di li a poco. Addirittura eravamo seduti a tavola e stavamo guardando il telegiornale trasmesso da un’emittente locale che ha dato la notizia del decesso di un settantottenne di Isola Liri. In un primo momento siamo rimasti di ghiaccio ma abbiamo pensato ad una coincidenza: “ci avrebbero chiamato”, ci siamo detti l’un l’altro, “se lo sanno i giornalisti vuoi che non lo sappiano i familiari?”. E così ognuno di noi è tornato serenamente alle proprie attività. Alle 18:30 mio cugino, ossia il figlio dell’anziano, telefona in reparto e qualcuno dall’altro capo ci informa che era deceduto la mattina».

Non è difficile provare ad immaginare il dolore, lo sconcerto e lo sgomento di fronte a quella comunicazione: «Ma se quel giorno non avessimo telefonato - si domanda ancora la nipote - se per puro caso, per un impegno, per qualsiasi altro motivo, non avessimo potuto contattare il reparto nessuno ci avrebbe avvisato!».

La salma dell’uomo giaceva da ore in un sacco nero, all’interno dell’obitorio dell’ospedale, in attesa che venissero espletate tutte le formalità del caso. L’addetto dell’agenzia funebre, stando al racconto dei familiari che hanno parlato con lui, attendeva che qualcuno lo informasse sulla generalità dell’uomo ma invano.

Oggi verrà cremato e le sue ceneri trasferite presso il cimitero di Isola Liri: «Siamo esterefatti e ci chiediamo come sia potuta succedere una cosa del genere. Non solo non siamo riusciti a vederlo un’ultima volta, non è bastato che morisse da solo; è dovuto rimanere tutta la giornata in un sacco nero in un obitorio, dimenticato da tutti, con i familiari all’oscuro che pensavano che stesse nel letto del reparto. Al dolore si aggiunge altro dolore e sebbene siamo coscienti che si tratti di un momento difficile, di emergenza, siamo però altrettanto convinti che certe cose non debbano accadere perché la vita umana va sempre rispettata fino alla fine».

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