Frosinone, riscaldamento climatico: temperatura media più alta di 3 gradi. Legambiente: «Dato allarmante»

Nell'ultimo mezzo secolo, nel capoluogo frusinate si è registrato un aumento importante della temperatura media annuale. Negli anni sessanta, a Frosinone si percepivano, come media annuale, 12,5° gradi Celsius mentre, nel decennio 2009-2018, la temperatura media è passata ad essere di 15,2°C. Questo quanto emerge dall'analisi dell’osservatorio Obc Transeuropa e pubblicata dall’European Data Journalism Network, che prende in considerazione le temperature di oltre 100.000 comuni in 35 paesi europei per rilevare la portata del riscaldamento globale in ogni comunità locale.


Il capoluogo


Per quanto riguarda, dunque, la sola città di Frosinone, il riscaldamento climatico fa registrare un importante aumento di 2,8 gradi tra le temperature degli anni sessanta e quelle di oggi, calcolate fino al 2018. «Questo è un dato significativo – spiega Stefano Ceccarelli, presidente del circolo frusinate “Il Cigno” di Legambiente- che deve allarmare la classe politica. Non bisogna pensare che il riscaldamento climatico riguardi solo zone lontane, come l’Artico, ma anche la nostra area».


Osservando i dati, si può desumere come sia stato il 2018 l’anno in cui la differenza di temperatura rispetto agli anni sessanta è stata maggiore, con aumento di circa 3,5°C. Subito dopo, il 2003 e il 2017 in cui la differenza rispetto al passato si arresta a 3,1°C in più. Il 1980, invece, è stato l'anno in cui la temperatura rispetto alla media degli anni sessanta è stata minore, con un abbassamento di -0,89°C. 


Le cause


A livello mondiale, sono molti i fattori che causano il riscaldamento globale, provocato dall'emissione nell'atmosfera dei gas serra, derivanti, in particolare, dall'uso di combustibili fossili e dalla deforestazione. Ma anche il consumo di suolo e la densità abitativa, come spiegato nel dossier dell’Obc, «spesso si accompagnano con l’aumento delle temperature». Questo perché diminuiscono gli spazi verdi, mentre si aggrava l'inquinamento.


«Ovviamente è una questione mondiale, ma a livello locale – sottolinea Ceccarelli – si può e si deve fare molto per rendere più tollerabile il difficile futuro che ci attende a livello di clima, con politiche resilienti che preservino i beni comuni più importanti: area, acqua e suolo. Ad esempio, è necessario combattere gli effetti derivanti da episodi di siccità che verranno in futuro, a causa della crisi climatica e, quindi, assicurare la disponibilità di acqua. Dobbiamo, poi, azzerare il consumo di suolo perché questo significa esacerbare gli aumenti di temperature e acuire i rischi di inondazioni e allagamenti. Oltre ciò, è necessario anche depavimentare il suolo e rinaturalizzarlo dove possibile».


Il confronto


Secondo i dati dell’Osservatorio in 7768 comuni in Italia la temperatura media annuale è aumentata di almeno 1°C negli ultimi decenni. Il comune italiano dove la temperatura è cresciuta di più è Novate Mezzola, con un incremento di 4,1°C.


Andando a comparare, invece, il dato frusinate con gli altri capoluoghi del Lazio – che è la seconda Regione in Italia per aumento delle temperature, dietro solo alla Provincia Autonoma di Bolzano- Frosinone si attesta al terzo posto.


Prima nella speciale classifica c’è Roma, con un aumento di 3,7°C. Seconda Latina, con un incremento di 3,6°C. Dietro Frosinone, poi, Rieti, 1,9°C e Viterbo, 1,8°C. Per Latina e Roma la situazione di innalzamento delle temperature nell'analisi viene definita «estrema». Per il capoluogo ciociaro «eccezionale».


A livello provinciale la situazione è identica. Prima Roma, poi Latina e terza la Provincia frusinate che registra, nell'ultimo mezzo secolo, un aumento di 2,53°C. Ed in Ciociaria, ad aver subito i maggiori incrementi sulla temperatura media annuale rispetto al passato, sono Acuto e Fiuggi. Entrambe le città registrano un aumento di 3,7°C.