Una decisione che, tuttavia, ha messo in agitazione il territorio. I sindaci, in particolare, hanno espresso forti perplessità su quanto sta avvenendo in queste ore e che, con ogni probabilità, si protrarrà nelle prossime settimane. Il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, ha ribadito il suo “No” al perdurante stato di soccorso alla Capitale.
“Ancora una volta abbiamo avutla dimostrazione del fatto che i rifiuti sono valutati alla stregua di una grande business e non come invece una criticità ambientale che impone soluzioni, programmazione ed organizzazione. Tutti elementi che evidentemente mancano nella politica di rifiuti del Campidoglio e della Pisana che , però, sembra stiano facendo sorridere in queste ore diversi operatori del settore per un regalo inatteso come strenna natalizia”.
Chiusura totale dal sindaco di Colfelice. “L’arrivo dei rifiuti da Roma - ha dichiarato i sindaco di Colfelice Bernardo Donfrancesco - dimostra che la provincia di Frosinone è diventata il ricettacolo della Regione lazio. Alla prima emergenza e alla prima difficoltà in tema di rifiuti la Capitale si rivolge sistematicamente alla provincia di Frosinone e al territorio di Colfelice questo non lo possiamo più accettare. Fino ad ora abbiamo tollerato, ma ora diciamo basta. La regione Lazio stili un progetto serio che preveda anche le emergenze, ma che non scarichi tutto sulle province”, ha concluso il sindaco di Colfelice.
Il sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco ha invitato tutti i sindaci alla riflessione. “Quando si è trattato di votare contro i rifiuti da Roma, molti sindaci hanno anteposto i propri interessi a quelli del territorio, questa è la conseguenza”, ha concluso Sacco. Stamattina in Regione ci sarà una conferenza organizzata dai gruppi consiliari del centrodestra che chiedono un nuovo piano rifiuti dopo l’incendio al Tmb Salaria.
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